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2005 - 2013 - 2015 dieci anni con Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 14/07/2015 14:09
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29/05/2015 23:55


Benedetto XVI e la crisi economica 

Solo uomini nuovi 
cambieranno i vecchi strumenti


È stato appena pubblicato l'Annale 2010 della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci), dal titolo Un'economia per l'uomo. Ragioni dell'etica e provocazioni della fede, a cura di Luca Bilardo ed Emanuele Bordello (Roma, Edizioni Studium, 2011, pagine 199, euro 16). Pubblichiamo ampi stralci del contributo del presidente dell'Istituto per le opere di religione.

 

di ETTORE GOTTI TEDESCHI

È da quando ho ultimato gli studi universitari, nel 1971, che, alla fine di una crisi economica - e personalmente ne ho viste tante - viene proposta come soluzione l'imposizione di nuove regolamentazioni e di nuovi controlli. La crisi in questo modo diventa ancora più complessa: quando si è in difficoltà e si stabiliscono sistemi di controllo si irrigidisce tutto il sistema. Resta poi una domanda che non trova mai risposta: chi controlla i controllori? Non è lo strumento che fa marciare i processi, ma è l'uomo. Max Weber distinse, in modo opportunistico e machiavellico, l'etica personale della responsabilità dall'etica della convinzione. 
Secondo il sociologo tedesco vi è quindi un'etica di chi ha la responsabilità di un determinato settore e quella di chi ne è veramente convinto. Come è possibile avere la responsabilità e praticarla, se non si è convinti? Il convincimento, cioè il riferimento a qualcosa di forte, di stabile, di vero, è determinante per poter ottenere risultati. Non esiste l'etica degli strumenti, l'etica del mercato, l'etica del capitalismo: esiste un uomo che dà senso etico ad ogni comportamento.

Le famiglie americane, a causa della crisi, hanno perso circa il 50 per cento dei propri investimenti, percentuale corrispondente al valore del crollo della ricchezza americana. Questo perché negli ultimi venticinque anni è stata gonfiata del 50 per cento tutta l'economia statunitense. Le famiglie hanno avuto il dimezzamento del valore della casa, dei risparmi, del fondo pensione, di fronte ora hanno un futuro fatto di debiti da pagare e di un alto rischio di disoccupazione. 

Perché si è dovuto gonfiare per oltre dieci anni il Pil della più grande economia del mondo? La risposta corretta non la si trova di frequente, ma il Papa la fornisce nell'enciclica Caritas in veritate: perché trent'anni fa il sistema del mondo occidentale (Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone) ha smesso di fare figli. 

Quando si afferma che l'origine della crisi è nell'uso sbagliato di strumenti finanziari, nell'avidità dei banchieri o nella mancanza dei controlli si dicono falsità. Perché l'economia è stata costretta a espandere il credito senza controllarlo? Perché si era inceppata negli anni Ottanta la crescita economica, il Pil dei Paesi occidentali cresceva troppo poco ed era legato alla crescita zero della popolazione. 
Se la popolazione non cresce, non può crescere l'economia e quindi bisogna accontentarsi. Il mondo occidentale, ricco, avido di cose ed egoista, ha deciso di non accontentarsi e si è quindi inventata la crisi economica.

Benedetto XVI salverà il mondo: lo farà perché sta proponendo un radicale cambiamento culturale per l'uomo. Leggendo l'introduzione alla Caritas in ventate, si coglie come il Papa rimandi al primo comandamento del Decalogo, distinguendo esplicitamente e implicitamente verità e libertà. 

Nella cultura dominante la libertà, che dall'Illuminismo si condisce con positivismo, relativismo, fino all'odierno nichilismo, precede la verità. L'uomo deve essere libero di trovare la verità, ma così facendo, non solo non la trova, ma la confonde con la libertà stessa. 
Benedetto XVI invece ribadisce che occorre cambiare gli uomini, e non gli strumenti. Saranno infatti gli uomini nuovi a cambiare gli strumenti vecchi. La verità precede la libertà e non esiste vera libertà responsabile che non si riferisca ad una verità assoluta. Il Papa distrugge il pensiero nichilista, che porta l'uomo ad essere un animale intelligente, il quale orienta il suo agire solo all'appagamento dei bisogni materiali.

Se l'uomo infatti vivesse solo di questo genere di soddisfazioni oggi dovrebbe esultare, perché le conquiste della scienza e della tecnologia lo hanno portato a livelli mai raggiunti in passato. Se l'uomo è solo figlio del caos o del caso, quale dignità potrà mai pretendere? Quella di vivere il più a lungo possibile, magari senza malattie, ma nulla più. Il Papa può salvare l'uomo, nel senso che gli riapre gli occhi sulla sua reale dignità di Figlio di Dio.
Gli strumenti, in generale, sono tutti neutri. Le grandi iniquità che sono state compiute nel mondo della finanza non sono dovute soltanto a cattive interpretazioni o applicazioni delle regole della finanza. In più occasioni anche i Governi hanno sostenuto l'infrazione di alcune regole. Gli abusi veri ci sono perché si è permesso che ci fossero, non perché mancavano le strutture di controllo. 
Esistono 23 boards, strutture di regolamentazione dei mercati finanziari, dal Financial stability board fino a quelle più periferiche che riguardano determinate aree geografiche. Un istituto finanziario oggi deve sottoporsi a 23 nuove regolamentazioni immediate con la minaccia di sanzioni fortissime. 

Queste regole c'erano anche prima, ma non sono mai state rispettate. È l'uomo infatti che deve crescere da un'etica di responsabilità ad una nella quale crede veramente in quello che compie. Ecco perché oggi si parla di emergenza educativa, perché c'è bisogno di essere formati.
Nel sesto capitolo dalla Caritas in veritate troviamo un passaggio chiave, in modo diverso, ma con lo stesso spirito, già presente nella Sollicitudo rei socialis. Giovanni Paolo II si domandava come può l'uomo tecnologico, che cresce enormemente nella capacità di elaborare tecniche e strumenti sempre più sofisticati, gestire tali conoscenze nell'immaturità che lo caratterizza. Ancora una volta Benedetto XVI mette in guardia l'uomo del nostro tempo dalla deriva etica, la definitiva autonomia morale degli strumenti.



(©L'Osservatore Romano 1° maggio 2011)




 


Un incontro con il cardinale Georges Cottier 

Vi spiego come leggere Ratzinger

 

di SILVIA GUIDI

"I libri noiosi esistono, come sappiamo tutti, ma non è questo il nostro caso, per fortuna". Il cardinale Georges Cottier, teologo emerito della Casa Pontificia sta spiegando "Come leggere Joseph Ratzinger". L'incontro, organizzato dalla Libreria Editrice Vaticana e coordinato da Neria De Giovanni e don Giuseppe Costa, si è svolto venerdì 18 febbraio nella Libreria Internazionale Paolo VI a Roma; lo spazio della libreria dedicato alle conferenze non è stato sufficiente a contenere tutte le persone presenti e molte sedie supplementari sono state aggiunte al piano terra, in mezzo agli scaffali dei libri, davanti a uno schermo che ha permesso a tutti di seguire il raffinato excursus del cardinale. 

"Io suggerirei di prendere alla lettera il Papa - ha spiegato Cottier, parlando degli scritti e del pensiero del teologo diventato Benedetto XVI, dalle prime opere fino all'ultimo avvincente libro-intervista con Peter Seewald, Luce del mondo - la teologia è il tentativo umano, e quindi perfettibile, di indagare il mistero di Dio. Il teologo ha il suo punto di vista, può sbagliarsi e cambiare opinione. Il carisma del successore di Pietro, invece, ha il ruolo di mantenere nella Chiesa l'unità e la rettitudine del messaggio rivelato. Quando il Papa si firma Joseph Ratzinger intende ribadire questo; sembra una distinzione ovvia, ma temo non sia stata sufficientemente capita". 

"Nell'opera del cardinale Ratzinger - continua Cottier - ci sono dei temi ricorrenti, uno di questi è il "divorzio" tra fede e ragione, un tema cruciale della modernità. La fede è stata ridotta a superstizione o sentimento, senza avere più niente a che fare con la verità. Ma la ragione è presente nella Bibbia, nella teologia cristiana, in Agostino, Tommaso, abbiamo grandissimi pensatori nella nostra tradizione. Il problema della nostra epoca è una ragione che pretende di essere sufficiente a se stessa e nega, ignora o bolla come irragionevole tutto ciò che non riesce a raggiungere con le proprie forze". 

In ambito esegetico, un'analoga frattura è nata tra il "Cristo storico" e il "Cristo della fede". Il metodo storico-critico in esegesi - spiega il cardinale - "ha portato a risultati preziosi, ma bisogna diffidare di quelle "vite di Gesù" che tradiscono tale metodo e nelle quali l'autore parla più di se stesso che del Nazareno". 

Se il Settecento aveva la ragione filosofica come misura, adesso è la ragione scientifica a proporsi come unico criterio di conoscenza. "I grandi spiriti pensano alle cose più evidenti che noi non vediamo - chiosa Cottier, continuando la sua "visita guidata" ai temi principali della teologia di Ratzinger - è il Verbo, il Lògos fatto carne di cui parla il Vangelo di Giovanni il ponte fra la ragione umana e la ragione divina. Dio si è rivelato, mi ha raggiunto, questo significa il Verbo si è fatto carne". 

"Quello che stupisce di più di Benedetto XVI - conclude il teologo - è che rimane un uomo felice. Il tema della gioia è molto presente, anche nelle prediche, e tanti lettori sono rimasti colpiti dall'autenticità e dalla semplicità delle cose dette dal Papa in Luce del mondo. La gente si è chiesta: ma è lo stesso uomo di cui parlano i giornali, la stessa persona che viene trasformata dai media in una caricatura di cattivo gusto? In molte pagine del libro si riconosce un Papa rilassato, fiducioso, che si esprime con libertà senza nascondere niente. Prende atto senza censure della secolarizzazione e del relativismo che prevalgono nel vissuto reale di tanti. Davanti a questo, la sua serenità non sembra appoggiarsi su qualche sua trovata, o su qualche ricetta particolare; ripete semplicemente che a tenere accesa nella Chiesa la fiamma viva della fede è Gesù stesso".



(©L'Osservatore Romano 20 febbraio 2011)






[Modificato da Caterina63 30/05/2015 01:30]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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