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AVVENTO E NATALE CON BENEDETTO XVI

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2014 17:00
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Sesso: Femminile
13/12/2014 16:53





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Presentazione

Nel paradosso dell'Incarnazione, il Santo Padre Benedetto XVI, scorge un Dio che si è dato un volto umano, quello di Gesù, indicando così concretamente e praticamente a tutti che la ricerca di Dio non può approdare a un Dio sconosciuto, inventato o solo pensato, ma deve giungere a un Dio che ha mostrato se stesso e il suo volto in Gesù (cfr. Discorso, 6.4.06).
Anche noi vogliamo approdare al Dio "dal volto umano", quello assunto dal Figlio Gesù Cristo e che ha i connotati umani dell'Immacolata Vergine Maria, la Sua Santissima Madre.
Non vogliamo un Dio a "nostra immagine" e proprio per questo vogliamo lasciarci guidare dal più grande teologo vivente del nostro tempo, il Pontefice Benedetto XVI, un grande ed umile Dottore della Chiesa, attraverso il suo Magistero petrino.

« Vogliamo vedere Gesù » dicono alcuni Greci che si erano recati a Gerusalemme per la Pasqua (cfr. Gv 12,20-22), lo stesso che volevano i Magi quando si misero in viaggio per adorarlo, salvo poi dover constatare che il nuovo Re si differenziava molto dalla loro attesa (Omelia, 20.8.05) e che quel volto che avevano cercato era diverso da come se lo aspettavano: "Nel Bambino di Betlemme Dio si è rivelato nell'umiltà della «forma umana », « nella condizione di servo », anzi di crocifisso" (Omelia, 6.1.06).
Essi dovevano vivere in prima persona il paradosso cristiano e scorgere proprio in questo nascondimento la più eloquente manifestazione di Dio.
Essi dovevano farsi una nuova idea di Dio e così anche una nuova opinione di se stessi.

Il Dio della mangiatoia insegna a loro e a noi che dobbiamo imparare a servire piuttosto che a farci servire, a fare dono di noi stessi — un dono minore non basta per questo Re —; che dobbiamo imparare che il potere si esercita non con la forza — a Gesù nell'Orto degli ulivi, Dio non manda dodici legioni di angeli per aiutarlo — ma nella verità, nella bontà, nel perdono, nella misericordia; questo Dio ci insegna che dobbiamo imparare a perdere noi stessi e così a trovare noi stessi.
Sono queste le stesse risposte che Gesù dà a quei Greci che volevano vederlo: «In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna» (Gv 12,24-25).

Il Vangelo non ci dice se quei pellegrini le hanno ascoltate oppure se ne siano andati rattristati senza essere riusciti « a vedere Gesù ».
Diversamente accade nel mistero del Natale: la Madonna infatti col suo « sì », con la sua scelta di fare la volontà di Dio, col suo donarsi incondizionato al Signore ci mostra Gesù prima di darlo alla luce, rivelando il volto di una umanità nuova. Sant'Agostino dice che Maria «prima di concepire il Signore nel corpo, lo aveva già concepito nell'anima», in lei Dio imprime la propria immagine, l'immagine di Colui che rinuncia al suo splendore divino per farsi piccolo perché noi possiamo trovarlo e amarlo e così, dice papa Benedetto, Ella diventa la figura anticipata e il ritratto permanente del Figlio (Omelia, 8.12.05).

Il tempo di Avvento dice ad ognuno di noi che il Signore desidera sempre venire attraverso di noi (Omelia, 26.11.5), come a Maria Egli ci chiede se siamo disposti a dargli la nostra carne, il nostro tempo, la nostra esistenza. Il Signore bussa alla porta del nostro cuore, cerca una dimora vivente, la nostra vita personale (Omelia, 26.11.05).
Perciò, sorretti da questa speranza, che caratterizza il clima in cui si compie la venuta del Signore, che il Padre conceda a noi, che siamo terra riarsa, per mezzo dello Spirito Santo, il dono di diventare terra feconda per una lieta maternità di grazia, chiediamo anche noi al Signore in questo tempo di preparazione al Natale quella grazia generatrice che ci fa non solo accogliere Gesù nella nostra anima e nella nostra vita: "non solo portarlo nel cuore, ma portarlo al mondo, cosicché anche noi possiamo generare Cristo per i nostri tempi" (Catechesi, 15.2.06).

Parti da dirsi ogni giorno:

+ Deus, in adiutòrium meum intende. Domine, ad adiuvandum me festina.
Dio, volgiti in mio aiuto. Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.
Amen.

C: La grazia e la pace di Cristo, Figlio di Dio e della Vergine Maria, sia con tutti voi.
A: E con il tuo spirito.

Canto delle « Profezie »

(Nota: Tutte le strofe dal n.1 al n.7 devono essere recitate o cantate ogni giorno dal 16° fino al 23 dicembre; la Vigilia di Natale, il 24 dicembre, si aggiunge la strofa n. 8)

(in latino)

Responso: Regem venturum Dominum, venite, adoremus.
(Il responsorio va recitato o cantato anche alla fine di ogni strofa)

1. Jucundare, filia Sion, et exulta satis, filia Jerusalem.
Ecce Dominus veniet, et erit in die illa lux magna, et stillabunt montes dulcedinem, et colles fluent lac et mel; quia veniet Propheta magnus, et ipse renovabit Jerusalem.

2. Ecce veniet Deus et homo de domo David sedere in throno, et videbitis et gaudebit cor vestrum.

3. Ecce veniet Dominus protector noster, Sanctus Israel, coronam regni habens in capite suo: et dominabitur a mari usque ad mare, et a flumine usque ad terminos orbis terrarum.

4. Ecce apparebit Dominus, et non mentietur: si mora fecerit, expecta eum, quia veniet, et non tardabit.

5. Descendet Dominus sicut plùvia in vellus, orietur in diebus eius iustitia et abundantia pacis: et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei.

6. Nascetur nobis parvulus et vocabitur Deus fortis; ipse sedebit super thronum David patris sui, et imperabit; cuius potestas super humerum eius.

7. Bethlehem, civitas Dei summi, ex te exiet Dominator Israel, et egressus eius sicut a principio dierum aetemitatis, et magnificebitur in medio universae terrae; et pax erit in terra nostra dum venerit.

Alla vigilia di Natale si aggiunge

8. Crastina die delebitur iniquitas terrae, et regnabit super nos Salvator mundi.

Responso: Regem venturum Dominum, venite, adoremus.
Assemblea: Prope est iam Dominus: venite, adorémus.

***
(in italiano)

Responso: Ecco il Signore viene, venite adoriamo.
(Il responsorio va recitato o cantato alla fine di ogni strofa)

1. Rallégrati, popolo di Dio, ed esulta di gioia, città di Sion: ecco verrà il Signore e ci sarà grande luce in quel giorno e i monti stilleranno dolcezza, scorrerà latte e miele tra i colli perché verrà il grande profeta ed egli rinnoverà Gerusalemme.

2. Ecco, verrà il Signore Dio, un uomo della casa di Davide salirà sul trono; voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore.

3. Ecco, verrà il Signore, nostra difesa, il Santo d'Israele con la corona regale sul capo; il suo dominio sarà da mare a mare e dal fiume fino agli ultimi confini della terra.

4. Ecco apparire il Signore: non mancherà alla parola data; se ancor non giunge, ravviva l'attesa, poiché certo verrà e non potrà tardare.

5. Scenderà il Signore dal cielo come rugiada sul vello: nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace; lo adoreranno i potenti del mondo e lo serviranno tutte le nazioni della terra.

6. Nascerà per noi un bambino e sarà chiamato « Dio forte »; siederà sul trono di Davide suo padre e sarà nostro sovrano: ed avrà sulle spalle la potestà regale.

7. Betlemme, città dell'Altissimo, da te uscirà il dominatore d'Israele; nascerà nel tempo, egli, l'Eterno e nell'universo sarà glorificato: quando egli verrà fra noi, ci farà dono della pace.

Alla vigilia di Natale si aggiunge

8. Domani sarà sconfitto il male della terra e regnerà su noi il Salvatore del mondo.

Responso: Ecco il Signore viene, venite adoriamo.
Assemblea: Signore è vicino, venite adoriamo.

***
Al termine della Preghiera e delle Letture
Cantico della Beata Vergine (Magnificat) Lc 1, 46-55

L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

in latino

Magníficat * ánima mea Dóminum, et exsultávit spíritus meus * in Deo salutári meo;
quia respéxit humilitátem ancíllæ suæ, * ecce enim ex hoc beátam me dicent omnes generatiónes.
Quia fecit mihi magna, qui potens est, * et sanctum nomen eius,
et misericórdia eius a progénie in progénies * timéntibus eum.
Fecit poténtiam in brácchio suo, * dispérsit supérbos mente cordis sui
depósuit poténtes de sede, * et exaltávit húmiles,
esuriéntes implévit bonis, * et dívites dimísit inánes.
Suscépit Israel, púerum suum, * recordátus misericórdiæ suæ
sicut locútus est ad patres nostros, * Abraham et sémini eius in sæcula.

 

NOVENA DI NATALE: 1° GIORNO LA VENUTA DEL SIGNORE

16     dicembre

Liturgia della parola: Sir 48,1-4.9-11; Sal. 79; Mt 17, 10-13

+ Deus, in adiutòrium meum intende.Domine, ad adiuvandum me festina.

Dio, volgiti in mio aiuto.  Signore, affrettati a soccorrermi. (Salmo 69,2)

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.

Amen.

- Canto delle profezie (vedi sopra)

Benedetto XVI ci dice che:

"Come nella storia dell'umanità vi è al centro il primo avvento di Cristo e alla fine il suo ritorno glorioso, così ogni esistenza personale è chiamata a misurarsi con lui — in modo misterioso e multiforme — durante il pellegrinaggio terreno, per essere trovata « in lui » al momento del suo ritorno" (Omelia, 26.11.05).

La domanda su Elia

"Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: « Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro ». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista..." (Mt.17,10-13)

Con Benedetto XVI meditiamo:

"Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? (Mt 17,10-13)

Dobbiamo domandarci: che cosa vuol dire venuta dal Signore? In greco è « parusia », nel latino « adventus »: « avvento », « venuta ». Che cos'è questa venuta? Ci coinvolge oppure no?... Questa venuta è singolare: «la» venuta del Signore. E tuttavia non c'è soltanto l'ultima venuta alla fine dei tempi: in un certo senso il Signore desidera sempre venire attraverso di noi. E bussa alla porta del nostro cuore: sei disponibile a darmi la tua carne, il tuo tempo, la tua vita? E' questa la voce del Signore, che vuole entrare anche nel nostro tempo, vuole entrare nella vita umana tramite noi. Egli cerca anche una dimora vivente, la nostra vita personale. Ecco la venuta del Signore. Questo vogliamo di nuovo imparare nel tempo dell'Avvento: Il Signore possa venire anche tramite noi" (Omelia, 26.11.05).

( si faccia qualche minuto di silenzio per interiorizzare quanto si è letto e ascoltato)

Antifona al Magnificat del 1° giorno

[forma classica latina e italiana come preferite]

- Ecce Rex veniet, Dominus terrae, et ipse auferet iugum captivitatis nostrae.

- Ecco, verrà il Re, Signore della terra, che toglierà il giogo della nostra schiavitù.

- si dice il Magnificat (vedi sopra) e alla fine si ripete l'antifona

- alla fine della preghiera, ogni giorno, si dica questa giaculatoria:

- Gesù Bambino, Amor Divino, Verbo incarnato, ricordati di me che mi hai creato;

- Gesù Bambino, Eterna Sapienza, infondi nel mio cuore umiltà, carità ed obbedienza;

- Gesù Bambino, sguardo d'Amore, col tuo Cuor per me lacerato, vieni a nascere nel mio cuore.

- Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen

In nomine Patris +, et Filii +, et Spiritus Sancti +.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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