La congregazione per la dottrina della fede ha diffuso nel pomeriggio di martedì 21 dicembre una nota “sulla banalizzazione della sessualità, a proposito di alcune letture di ‘Luce del mondo’”.
La nota è leggibile in sei lingue nel sito del Vaticano: “In occasione della pubblicazione del libro-intervista di Benedetto XVI…“.
Nel citare “Luce del mondo” nella versione italiana, la nota fa riferimento alla “prima ristampa” del volume, in libreria da pochi giorni dopo l’esaurimento della tiratura iniziale.
E il motivo si sa. La prima ristampa modifica in diversi punti la precedente traduzione dall’originale tedesco.
Ecco qui di seguito, integrale, il passo controversi del libro, con le modifiche evidenziate in neretto e le precedenti versioni tra parentesi quadre.
Va ricordato che “L’Osservatore Romano”, nell’anticipare sabato 20 novembre vari brani del libro, riportò di questo passaggio solo 19 righe su 64, cioè solo la parte finale della prima risposta del papa.
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DA “LUCE DEL MONDO”, PRIMA RISTAMPA, PP. 169-171
D. – [...] In Africa, Lei ha dichiarato che la dottrina tradizionale della Chiesa si è rivelata l’unico modo sicuro per arrestare la diffusione dell’HIV. I critici, anche all’interno della Chiesa, sostengono al contrario che è una follia vietare ad una popolazione minacciata dall’AIDS l’utilizzo di profilattici.
R. – Dal punto di vista giornalistico il viaggio in Africa è stato del tutto oscurato da un’unica mia frase. Mi è stato chiesto perché la Chiesa Cattolica, relativamente all’AIDS, assumesse una posizione irrealistica ed inefficace. Così mi sono sentito veramente sfidato, [come sfidato] perché la Chiesa fa più di tutti gli altri. E continuo a sostenerlo; perché la Chiesa è l’unica istituzione veramente vicina alle persone, molto concretamente; nel prevenire, nell’educare, nell’aiutare, nel consigliare e nello stare a fianco; e perché come nessun altro si cura di tanti malati di AIDS e, in particolare, di tantissimi bambini colpiti da questa malattia.
Ho potuto visitare una di queste strutture per i malati di AIDS e ho potuto parlare con loro. La risposta è stata sostanzialmente questa [e ho incontrato i malati, e mi hanno detto questo]: la Chiesa fa più degli altri perché non parla solo dal pulpito dei [dai] giornali, ma aiuta i fratelli e le sorelle sul posto. In tale contesto [sul luogo. Dicendo questo] non avevo preso posizione sul problema dei profilattici in generale, ma ho soltanto detto quello che poi ha suscitato tanto risentimento: che non si può risolvere il problema con la distribuzione di profilattici. Bisogna fare molto di più. Dobbiamo stare vicino alle persone, guidarle, aiutarle, e questo anche prima che si ammalino.
È un dato di fatto [La verità è] che i profilattici sono a disposizione ovunque, chi li vuole li trova subito. Ma solo questo non risolve la questione. Bisogna fare di più. Nel frattempo, proprio anche [anche] in ambito secolare si è sviluppata la cosiddetta teoria ABC, sigla che sta per “Abstinence – Be Faithful – Condom” (”Astinenza – Fedeltà – Profilattico”): laddove il profilattico è considerato soltanto come scappatoia, quando mancano gli altri due elementi. Questo significa che concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa origine [ragione] per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono più l’espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sé. Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull’essere umano nella sua totalità.
Vi possono essere singoli casi motivati [giustificati], ad esempio quando uno che si prostituisce [una prostituta] utilizza un profilattico, e questo può essere un [il] primo passo verso una moralizzazione, un primo elemento [atto] di responsabilità per sviluppare di nuovo una [la] consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole. Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per affrontare il male [vincere l'infezione] dell’HIV. Esso in realtà deve consistere nell’umanizzazione [È veramente necessaria una umanizzazione] della sessualità.
D. – Questo significa, dunque, che la Chiesa cattolica non è fondamentalmente contraria all’uso dei profilattici?
R. – La Chiesa, naturalmente, [Naturalmente la Chiesa] non considera i profilattici come la soluzione autentica e morale. In un caso o nell’altro, nell’intenzione [Nell'uno o nell'altro caso, con l'intenzione] di diminuire il pericolo di contagio, può rappresentare tuttavia un primo passo sulla strada che porta ad una sessualità diversamente vissuta, più umana.
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La prima ristampa di “Luce del mondo” corregge anche i clamorosi errori dell’edizione iniziale nell’appendice con la cronologia di Joseph Ratzinger.
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Gli ultimi tre servizi di “www.chiesa”:
20.12.2010
> Il Buon Natale del papa: “Solo la verità salva”
Nel suo discorso prenatalizio alla curia, Benedetto XVI parla in realtà al mondo intero. Gli abusi sessuali del clero, dice, sono l’effetto dell’incapacità di distinguere il bene e il male. E ricorda la lezione di Newman: la coscienza è fatta per obbedire alla verità