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Cosa è per noi Benedetto XVI, cosa ci ha dato (TESTIMONIANZE)

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2014 21:19
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Sesso: Femminile
13/05/2013 12:07

[SM=g27998] TESTIMONIANZE  dal nostro Facebook


                         ti vogliamo bene

"Ho raccontato in tante occasioni, in questo blog, a frammenti, la mia lunga, splendida e drammatica avventura con Joseph Ratzinger. A poco meno di vent'anni, grazie a una citazione di don Giussani, ho sentito, per la prima volta il suo nome. Sugli scaffali della libreria dell'Università Cattolica un libro mi venne incontro con quel nome.
Lo lessi d'un fiato, lo conservo e non ricordo quante volte mi è tornato tra mano.

Non conoscevo neppure il suo volto. Ma, per la prima volta, capii che in un libro si incontra un uomo. E quell'uomo ha accompagnato la mia vita e il cammino della mia povera fede da lontano ma quanto, quanto da vicino. Ne ha consolidato la forma, ha risposto alle mie domande, mi ha "assicurata" che, fuori da Cristo, restiamo, noi uomini, radicalmente incompiuti. Soprattutto mi ha insegnato ad amare la Chiesa, nostra Madre. Insegnare è lasciare una traccia incancellabile sulla sabbia della nostra inconsistenza. Ho letto tutto il leggibile scritto da lui, ho perfino provato ad imparare un po' di tedesco per "sentirlo parlare" nella chiarezza ordinata della sua lingua che è la forma del suo pensare e del suo vivere. Poi l'ho conosciuto, da lontano, al Meeting di Rimini a raccontarci i suoi amori: la Chiesa che è di Cristo, la bellezza che è Cristo.

Nel 2005, morta da poco mia madre, morto don Giussani cui devo il germoglio di una fede consapevole, mi ha ripetuto le parole di una Speranza affidabile e della Sua Bellezza, nello smarrimento del funerale di don Giussani, in una gelida e terribile giornata che sembrava una fine, e invece anche grazie a lui, fu un nuovo inizio.
Poi l'Elezione. Del tutto inattesa. Troppo vecchio, troppo rigido, troppo "santo"...
Ne fui così felice...per me, per noi, per i fratelli uomini che finalmente avrebbero goduto di una grazia che mi sembrava, fino a quel momento, riservata a pochi.

L'ho accompagnato passo passo, col cuore, che non è il sentimento ma la profondità dell'io, e con una fedeltà concreta. La prima Udienza, in quel lontano 27 aprile, nella luce di Roma, bianco e "nuovo", a raccontarci del nome: Gratia Benedictus et nomine. Ancora in piazza all'incontro coi Movimenti, tanti Angelus, tra cui quello, dopo i fatti della Sapienza insipiente. In Val d'Aosta e in Cadore, nello splendore del Creato di Dio. Infine, ma niente finisce, l'ultima Udienza, un altro 27, di cui ricordo poco: lacrime e i suoi occhi, come quelli di otto anni prima ma appena un po' più velati.

E "non mi sono mai sentito solo" "la Chiesa è viva". Ancora una volta era lui a consolarmi. "Buona notte".
Scrivo tutto questo il Sabato Santo di questo Anno di Grazia 2013 perché è il giorno della sua nascita, battezzato con l'acqua nuova della Risurrezione ma nato nel giorno del grande silenzio di Dio. Quel silenzio che ha così spesso attraversato la sua vita, dentro un sì, che, ogni volta, lo conformava di più a Cristo. Oggi si può dire, anche per Joseph- Benedetto, "tutto è compiuto". "Nascosto al mondo, nel recinto di Pietro, diminuito fino all'annullamento, non smette di indicarci che ad un Altro dobbiamo guardare. E ci ripete "Buona notte".
Perché la notte non è trascorsa ancora. Per noi.
Vorrei saperlo amare come lo ama Dio.
Che il Signore la tenga stretto a sé, Padre Santo".


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TESTIMONIANZE dal nostro Facebook

"Sono nata nel 1962 e posso dire di essere stata fortunata ad avere tante belle figure di pontefici nella mia vita. Quello che ha inciso nella mia vita è stato, però, papa Benedetto. Il cardinale Joseph Ratzinger mi colpì la sera in cui a Roma si festeggiavano i 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II e lui dedicò un augurio al Papa malato scritto con il cuore. Celebrò, poi, nel...la mia città, la messa di consacrazione a vescovo di mons. Forte. Un’omelia bellissima, a braccio, in cui parlò del Pastore che ha cura delle sue pecore e - citando Sant’Agostino - della scelta che il Signore aveva chiesto al neo vescovo di lasciare i propri progetti (gli studi di teologia) per i progetti di Dio (la cura delle anime). Cominciai a leggere i suoi libri (ora li ho quasi tutti) e a fare tesoro dei suoi insegnamenti. Grazie a lui ho letto i libri di Romano Guardini, la spiritualità del card. Newman. Ogni libro faceva crescere in me il desiderio di vivere la mia fede responsabilmente, di viverla come incontro con Gesù. Nello stesso tempo mi affezionavo a chi con le sue parole sapeva toccare il cuore.

Quando nei giorni della tristezza per la morte di Giovanni Paolo II, i media scoprirono un volto nuovo del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per me il cardinale Ratzinger era già da tempo una figura di riferimento importante, una guida spirituale.

Ero in piazza San Pietro quando celebrò la prima Messa come Benedetto XVI, il 24 aprile 2005. Non ero mai stata a una celebrazione di un Papa. Fu una sensazione bellissima, mi sentivo “nella Chiesa”. Due mesi dopo, tornai a Roma in Basilica, per la S. Messa dei SS. Pietro e Paolo. Ho cominciato a seguire le udienze generali, a registrarle, usarle anche per i momenti di meditazione personale e per la formazione. Mi piaceva la sua autorevolezza, sfumata dalla sua timidezza purtroppo non capita. Mi piaceva l’idea di un papa amico del papa precedente. Mi è piaciuto il suo modo di parlare della Chiesa. Mi ha insegnato ad amarla anche se c’è tanta zizzania.

Sono tornata a Roma per la Via crucis del 2006 (mi passò vicino, assorto nella preghiera dietro la croce), l’anno successivo ero in piazza San Pietro per la S. Messa e il Messaggio Urbi et Orbi della Pasqua; ero in piazza del plebiscito per la sua visita a Napoli nell’ottobre del 2007 e mi piaceva cominciare l’anno seguendo l’Angelus in piazza San Pietro. Sono stata anche all’udienza del 24 aprile 2010 (Testimoni digitali)… Con questo blog ho continuato a tenere d’occhio video e audio di celebrazioni che per motivi di lavoro non potevo seguire. Il segreto di questo uomo di Dio è la sua capacità di testimoniare la fede con semplicità e credibilità.

Ecco perché mi è stato subito caro. La mitezza di questo uomo di ottant’anni che ha dovuto cambiare, per amore del Signore, tante volte strada; che non ha mai alzato la voce per difendersi dalle calunnie, ha spesso frenato le mie ribellioni e mi ha insegnato tanto. Ma sono cose che sa solo il mio cuore e per le quali ringrazio il Signore chiedendo per Papa Benedetto il bene e il conforto che solo Dio può donare.

Anche io ho una nota personale: il Papa è nato nel 1927, come mio padre, che ho perso nel 1975. E confesso che questo mi ha fatto guardare a Papa Benedetto anche con la tenerezza di una figlia. Ma questo non è importante. La cosa che conta è essere consapevoli di come lui si sia fatto strumento di Dio per ciascuno di noi, in modo diverso. E’ una eredità da mettere a frutto, nella fede, nella umiltà e possibilmente anche noi nella mitezza".

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TESTIMONIANZE dal nostro Facebook

"Mi lega a Papa Benedetto XVI un profondo legame spirituale e affettivo. Ho 23 anni, quando é stato eletto avevo 15 anni, quindi Benedetto é stato praticamente il "mio" primo Papa e fu proprio in occasione dell'agonia di Giovanni Paolo II e dell'elezione di Benedetto che iniziai ad approfondire e conoscere seriamente la mia fede, a crescere anche come cristiano, ad interessarmi della vita della Chiesa nei suoi molteplici aspetti. La coincidenza di questo periodo di crescita con il pontificato di un grandissimo Papa come Benedetto XVI é stata veramente provvidenziale; in questo periodo mi sono nutrito del suo Magistero (un Magistero di una ricchezza, profondità e vastità uniche) e di numerose sue opere precedenti l'elezione al soglio pontificio, ricavando anche da queste letture una crescita umana, spirituale, cristiana e culturale notevole. E' nato anche in questo modo un forte legame spirituale e intellettuale con Papa Benedetto, un legame che ha segnato la mia vita.
Al contempo ho seguito assiduamente la sua attività pubblica come Papa, prima in tv e sui media, successivamente anche in modo diretto, dal vivo, da quando (dal 2008) faccio l'università a Roma. E' stata veramente una grande grazia poter vivere questi anni nella diocesi del Papa (e lo é ancora), e in particolare negli anni di Papa Benedetto!! Così ho potuto assistere a molteplici celebrazioni ed eventi vari con Benedetto XVI, sperimentando anche una importante vicinanza fisica al Santo Padre...vicinanza di cui ora sento moltissimo la mancanza. In una di queste occasioni ho avuto la grazia di poter stringere la mano al Papa (conservo in vista nella mia camera la foto che ha immortalato quel momento), in altre occasioni é capitato più semplicemente di incrociarne lo sguardo dolce, mite, gentile, paterno...sono stati momenti di emozione bellissima e molto intensa!
Ho accumulato in questi anni tantissimi e bellissimi ricordi, che rimarranno per sempre nella mia mente e nel mio cuore...quante volte mi vengono in mente, specialmente in questo periodo, questi ricordi...quante volte mi torna in mente il volto dolce e la voce di Papa Benedetto!
E' inevitabile, é una grande sofferenza non poterlo vedere e sentire più, una sofferenza cominciata l'11 febbraio e che credo non si smaltirà mai definitivamente, così come tutti i grandi dolori della vita....essi lasciano sempre un segno indelebile.
Tuttavia sapere che presso il Signore siamo veramente vicini é veramente consolante, é bello sperimentare in ciò la forza della preghiera...ogni giorno il mio pensiero va a Benedetto XVI e prego per lui; ma anche la semplice presenza fisica dei suoi libri per me é importante...é come avere in casa tanti regali che Joseph Ratzinger-Benedetto XVI ci ha fatto in tutti questi anni, é bello poter sentire anche in questo modo la vicinanza della sua parola, ora che non ci é più dato di poterlo vedere e sentire.
In questi 8 anni Benedetto XVI é stata una presenza fondamentale nella mia vita, lo é ancora e lo sarà per sempre; é stato attraverso Papa Benedetto che in questi anni sono cresciuto nella vicinanza e nell'amore per Cristo, é stato attraverso di lui che la mia fede in Dio si é fatta più solida. E' stato lui che mi ha condotto per mano verso il Signore.
Benedetto XVI é il mio padre spirituale, il mio padre nella fede, il legame che mi lega a lui é fortissimo, profondo, inscindibile, eterno, sin da subito l'affetto che ho provato per lui é stato forte come quello che si prova per un persona cara...non mi dimenticherò mai di lui, rimarrà per sempre nel mio cuore.

GRAZIE DI TUTTO PAPA BENEDETTO, TI VOGLIO BENE!!!"


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IL PELLEGRINAGGIO LORETO-MACERATA
Titolo Articolo
«Non volevo andare in convento...
Prima di quella notte»

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"Sabato notte sarò anch’io con loro, pregando insieme alle consorelle nel coro del mio monastero di clausura. Quella notte di otto anni fa è stata la notte decisiva della mia vita, come posso dimenticarla?".

La vocazione alla vita consacrata di suor Beatrice è maturata partecipando nel 2005 al pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, che stasera radunerà 100mila persone per la sua trentacinquesima edizione. Ilaria (questo il suo nome prima della consacrazione) era una ragazza come tante, curiosa del mondo e innamorata della vita, diplomata in arredamento, aspirante architetto, e con una grande e insolita passione: suonare il bassotuba nella banda del paese.

Un giorno, mentre si trova al pronto soccorso a seguito di un incidente, le capita di vedere in diretta tv l’elezione al soglio pontificio di Benedetto XVI, il 19 aprile del 2005. «Fui colpita dalla sua semplicità, da quelle braccia spalancate da cui mi sentivo abbracciata anch’io. E pochi giorni dopo, l’omelia di inizio pontificato mi ha letteralmente travolta: "Chi fa entrare Cristo nella sua vita non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. Così oggi vorrei dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo, Egli non toglie nulla e dona tutto, chi si dona a Lui riceve il centuplo". Non so spiegare cosa mi è preso, ma dopo avere ascoltato quelle parole sono scoppiata a piangere, e da quel momento ha cominciato a ronzarmi per la testa l’idea di donarmi tutta a Dio nella vita consacrata».


Ilaria ha 19 anni, è cresciuta in una famiglia di tradizione cattolica, ma l’educazione ricevuta dai genitori non le basta, e la fede è diventata nel tempo una consuetudine un po’ polverosa. Le parole di papa Ratzinger risvegliano il desiderio di qualcosa di grande, qualcosa che cerca di precisare parlando a lungo con una suora. Poi, imprevisto, arriva l’invito di un’amica: «Vieni con me al pellegrinaggio da Macerata a Loreto?».

Non si è ancora completamente ripresa dall’incidente stradale di cui era rimasta vittima, il medico sconsiglia di affrontare la fatica di quei 28 chilometri a piedi di notte, ma lei decide di andare in fondo a quell’idea che le era entrata nella testa, vuole capire se è cosa per lei. «In verità mi stavo convincendo che non ero un "tipo da convento", per cui decisi di partecipare al pellegrinaggio sfidando… la Madonna: "Guarda che io non sono fatta per queste cose, toglimi dalla testa questa idea e lasciami in pace"».
È una notte di lotta silenziosa, di tormento interiore, di domanda alla Vergine perché l’aiuti a capire quale direzione dare alla sua giovane vita. Durante il pellegrinaggio, la recita del Rosario è cadenzata da alcune brevi meditazioni diffuse dagli altoparlanti. In quella che commenta l’agonia di Gesù nel Getsemani risuonano parole che sembrano scritte per lei: "Questa è l’ora della decisione, Gesù dice sì sapendo a cosa va incontro, aderisce al disegno del Padre con tutto l’amore del figlio e con tutto il timore dell’uomo. Per portare un rapporto fino in fondo il sacrificio è necessario, come questa sera...".


Quando il fiume dei pellegrini arriva sul piazzale della Basilica di Loreto, il cuore di Ilaria è in tempesta. Ancora una volta chiede alla Madonna di aiutarla a capire, di fare un po’ di luce nella confusione che ha in testa: «Se vuoi proprio me, dammi la forza di pronunciare il mio sì, come hai fatto tu quando eri giovane come me». Da quel giorno comincia un cammino con l’aiuto degli amici della comunità di Comunione e liberazione di Recanati e poi della comunità di suore di clausura a cui si rivolge per verificare la sua vocazione.

L’anno dopo entra in convento, il 3 ottobre 2012 pronuncia la professione solenne. Il giorno dopo Benedetto XVI è a Loreto per chiedere la protezione della Madonna sull’Anno della fede. «Ancora un segno: la Vergine e il Papa continuavano ad accompagnare la mia vocazione. Proprio come in quella notte di otto anni fa, quando il mio tormento interiore si è concluso con un sì».

Giorgio Paolucci da Avvenire 8 giugno 2013

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[Modificato da Caterina63 09/06/2013 20:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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