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Cosa è per noi Benedetto XVI, cosa ci ha dato (TESTIMONIANZE)

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2014 21:19
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23/04/2013 10:45




Riporto dal nostro Facebook

TESTIMONIANZE

Grazie a Fabio B. che ci permette di condividere la sua testimonianza. - Paparatzifan

Mia testimonianza personale peri il Santo Padre Benedetto divisa in due parti: il racconto di un sogno che ho realmente fatto nel periodo della sede vacante e un mio messaggio di auguri di qualche giorno fa per il suo compleanno

Ho fatto un bellissimo sogno: ero in un ambiente simile alla cappell...a dove Benedetto ha ricevuto i cardinali per la sua ultima udienza (la sala clementina??) Papa Benedetto stava salutando persone di ogni condizione prima del suo ritiro al mondo. A un certo punto mi avvicino e lui mostra di riconoscermi e mi sorride e fa cenno di avvicinarmi. Io allora gli chiedo se va bene una frase sua che ho scelto per un libro su di lui che avevo intenzione di scrivere. Lui sempre sorridente mi dice "vediamo vediamo". Allora io cerco fra diverse carte ma non trovo questa frase. Allora lui mi prende le mani e inizia un lungo, tenerissimo, indimenticabile saluto dicendomi "ora non c'è più tempo, non importa, non importa, sarà per la prossima volta". E io rispondo mentre inizio a sentire venire le lacrime "come la prossima volta?? ma noi da adesso non la vedremo più..." e lui tenendomi ancora le mani mi dice "no, no ci vedremo ancora" e dopo avermi ancora tenuto le mani per un pò, si allontana ed esce dalla sala. Non potrò mai dimenticare l'intensità di questo sogno e il clima di profonda tenerezza, concordia e amore. A Papa Benedetto va la mia profonda e perenne riconoscenza per avermi fatto comprendere in profondità il Mistero di Gesù e in particolare per me che sono musicista hanno fatto breccia anche le sue riflessioni sulla musica che hanno avuto una importanza decisiva nella formazione del mio pensiero musicale. Per me nessun musicologo potrà mai centrare il Mistero della Musica e collegarlo a quello di Gesù così come ci è riuscito lui. Gli voglio un bene infinito indegnamente mi associo sul monte a lui ogni giorno e se un giorno Dio mi concederà di realizzare anche solo in parte il mio progetto di Rosario Sonoro, lo dedicherò a lui.Fabio

"Udranno un giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno" (Is 29, 18-24)

Carissimo e amato Santo Padre Benedetto, apro questo messaggio di auguri che affido al bellissimo blog a Lei dedicato, con questa citazione di Isaia che Lei fece in occasione di un concerto con la Nona Sinfonia di Beethoven. Con quella fusione mirabile _ e ineguagliata! _ di sapienza, poesia e dolcezza, dalle parole del Santo Padre Benedetto XVI ascoltavamo un'analisi che superava in modo incomparabile qualsiasi commento critico. Infatti il discorso proseguì così: "La solitudine silenziosa aveva insegnato a Beethoven un modo nuovo di ascolto che si spingeva ben oltre la semplice capacità di sperimentare nell'immaginazione il suono delle note che si leggono o si scrivono." e a proposito del passo di Isaia "si accenna così ad una percettività che riceve in dono chi da Dio ottiene la grazia di una liberazione esterna ed interna".

Ed ancora: "La vera gioia è radicata in quella libertà che in fondo, solo Dio può donare. Egli _ a volte proprio attraverso periodi di vuoto e di isolamento interni _ vuole renderci attenti e capaci di 'sentire' la sua presenza silenziosa non solo 'sopra la avolta stellata' ma anche nell'intimo del nostro animo. E' lì che arde la scintilla dell'amore divino che può liberarci a ciò che siamo veramente".

Caro Santo Padre Benedetto, io La immagino così, da quel 28 febbraio in cui tutto trasudava di lacrime e di dolore ove però, incredibilmente, già si avvertiva quel senso di dolce, sovrumana Consolazione che non può essere solo e semplicemente cosa umana. La immagino, nel Suo "terzo periodo", come fu esattamente il terzo periodo della vita di Beethoven, salito su quel monte e nascosto al mondo, già capace di udire le parole di quel libro di cui ci parla di Isaia, e anche di vedere oltre l'oscurità della notte che ancora ci avvolge e ci opprime, quaggiù in una pianura troppo affollata e ingombrata.

E allora, mi viene da collegare il primo passo di Isaia a un altro passo dello stesso profeta biblico:

"Sentinella, a che punto è la notte? Sentinella, a che punto è la notte?
E' venuto il mattino, e poi ancora la notte; e se volete chiedere,
chiedete, tornate ancora" (Isaia, 21, 11....)

Se può esserci una Sentinella in questo mondo oppresso dalle tenebre più fitte, una Sentinella in grado di poterci anticipare nello scorgere il baluginare dell'Aurora senza fine che pure non può essere lontana, questa Sentinella può solo essere Lei, carissimo Santo Padre Benedetto.

Lei, senza compromessi, seguendo e interrogando Gesù per tutta la vita, e ponendosi sotto l'infinito dolcissimo Manto protettivo di Maria SSma, ha guadagnato di nuovo per tutti noi l'accesso alla salita del Monte, l'unico Monte da cui si può guardare lontano e scorgere i primi bagliori dell'Aurora senza fine.

Ci ha indicato ancora una volta che c'è un solo Monte per questo e non ce ne sono altri. E c'è un modo solo per salirvi senza precipitare irrimediabilmente a valle.

Non servono più chiacchere vuote che il mondo continua ad amare troppo. Serve solo silenzio, e quella dedizione assoluta che Lei ci ha insegnato e che chiunque voglia davvero può imparare. Per poter ognuno di noi mettersi lì ai piedi del Monte, a debita distanza e poter porre la fatidica domanda:

"Sentinella, a che punto è la notte??....."

Auguri, auguri infiniti, Santo Padre Benedetto. Con tutta l'anima, tutto lo spirito, tutto il cuore.

Qua, c'è qualcuno che non La dimenticherà mai e Le sarà sempre riconoscente per tutto.

Fabio B.

[SM=g27998]




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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