Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Cosa è per noi Benedetto XVI, cosa ci ha dato (TESTIMONIANZE)

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2014 21:19
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 11
Città: MILANO
Età: 70
Sesso: Maschile
19/04/2013 18:23

Nel giorno anniversario dell'elezione di Benedetto XVI al soglio di Pietro, ringrazio il Signore che ci ha fatto toccare con mano, tramite quella cascata di auguri pervenutigli da tutto il mondo, che il suo ricordo e l'affetto per Lui è ancora nel cuore della chiesa.
Potevamo avere timore che fosse stato dimenticato, ma è bastata l'occasione del compleanno per fugare ogni timore; probabilmente il silenzio che sembrava calato era dovuto a un segno di rispetto per la Sua scelta di vita nascosta e ritirata... non si voleva e non si vuole tuttora disturbare il silenzio orante della Sua preghiera.
Papa francesco ha celebrato la S. Messa per Lui e ha chiesto di pregare per il suo Predecessore.
Ora che il chiasso mediatico si sta spegnendo dopo la elezione di Francesco, dopo gli osanna iniziali, cominciano le critiche: adesso c'è chi lo accusa di essere un CONSERVATORE, perchè parla della Madonna, dei Santi, della confessione, del diavolo e così si dimostra lontano dai problemi reali delle persone. Dove è andato l'entusiasmo per un Papa che avrebbe finalmente riformato la chiesa, magari sganciadola dal Vaticano II, mentre sappiamo bene che nell'omelia di quella Messa ha fatto riferimento a questo e a parlato, in sintonia con Benedetto, di "continuita" e non di rottura con la tradizione precedente...qualcuno ci sarà rimasto male.
Penso che quando dovrà far fronte a vari problemi riproponendo la dottrina tradizionale della chiesa in materia di morale ed etica, come il suo "no" ai preti sposati, al sacerdozio alle donne, ecc. anche Lui comincerà a salire il Calvario stretto alla croce di Benedetto da cui si sente sostenuto.
Riporto una breve riflessione che avevo fatto dopo la Sua elezione e che vuole essere una semplice condivisione fraterna:
"Ero certo che il Signore ci avrebbe donato un'altro grande Pontefice. Francesco è il frutto nato dall'albero della Croce e della sofferenza di Benedetto XVI (per questo Francesco e Benedetto sono inseparabili) e da questo albero, sostenuto dalla preghiera del Predecessore fattosi Pellegrino orante, e dalla nostra, trarrà linfa per portare a compimento l'opera di purificazione e di rinnovamento della Chiesa iniziata dal nostro indimenticabile Papa Emerito."
Benedetto nel discorso di congedo dai cardinali ha promesso "OBBEDIENZA INCONDIZIONATA"al suo Sucessore, prima ancora che venisse eletto; penso che un bel regalo che possiamo offrirgli, come Figli Spirituali, oltre alla preghiera, sia promettere anche noi, unendola alla Sua, OBBEDIENZA a Papa Francesco che è un atto di fede e di abbandono al Signore che ha in mano le redini della chiesa e sa come guidarla perchè è Sua.
Scusatemi se sono stato lungo e gli eventualui errori ma sono di fretta...
fr. Roberto

2013-04-19 Radio Vaticana
“Un umile lavoratore nella Vigna del Signore”: con queste parole il 19 aprile di 8 anni fa, Benedetto XVI si presentava al mondo dopo l’elezione a 264.mo Successore di Pietro. Sull’eredità spirituale del Pontificato di Joseph Ratzinger, ora Papa emerito, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia:
R. – Io credo che sia quanto mai opportuno ricordare questo giorno. Anzitutto, per ringraziare il Signore per averci donato un Papa come Benedetto XVI, il quale proprio come un umile operaio della Vigna ha solcato in lungo e in largo questa vigna benedetta. Tutto il suo Pontificato è davvero segnato dall’umiltà: l’umiltà di chi non si è risparmiato nel lavoro, l’umiltà di chi ha voluto far prevalere la verità su qualsiasi altra idea, l’umiltà di chi ha dato davvero con amore la sua vita.
D. – Umiltà nel gesto della rinuncia, un’umiltà mai fine a se stessa ma – come lui ha detto – per il bene della Chiesa …
R. – Sì, esattamente! In questo senso potremmo dire che la lettura profonda di questo gesto è come racchiusa in una passione per la verità e per l’amore. In queste due dimensioni si può cogliere la profondità spirituale del gesto di Papa Benedetto: davvero non ha pensato solo a se stesso, ma ha pensato alla Chiesa, ha pensato alla indispensabilità che il Vangelo corra ancor più veloce nelle vie di un mondo che rischia di perdere il senso dell’esistenza. Ed ecco questo spiraglio aperto da Papa Benedetto e il carisma di Papa Francesco che con semplicità – direi, quella stessa di Benedetto – sta attraversando i cuori degli uomini e delle donne.
D. – Quando Papa Francesco ha incontrato Benedetto XVI a Castel Gandolfo ha detto: “Siamo fratelli!”. Ecco, sicuramente una fratellanza nell’umiltà per il bene della Chiesa…
R. – Non c’è dubbio. Debbo dire che guardando queste due figure a me tornano spontaneamente in mente anche le figure che l’hanno preceduto. Penso a Giovanni XXIII, lo stesso Papa Luciani ma anche a Giovanni Paolo II e a Paolo VI … Ecco, la storia di questi Papi si intreccia in queste due figure ultime di Pontefici. Davvero, personalmente debbo dire che dobbiamo ringraziare il Signore per averci dato Papi come questi che hanno segnato la Chiesa e il mondo.

OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
21/04/2013 00:00

[SM=g27988] Non esiste un vero Vicario di Cristo senza la propria Croce, così come tutti noi cristiani e che tali ci diamo, siamo chiamati a portarla e con gioia.....

Siamo "Figli spirituali" di Benedetto XVI perchè il suo Magistero ci ha condotto per mano fino a qui, una mano che non vogliamo lasciare, ma proprio per questo è una mano che si lega ad altre mani, ad altri Papi Predecessori e Successori, perchè il Papa è sempre uno.
Coraggio e avanti tutta, come ci ha insegnato Benedetto, con lui e il suo insegnamento accanto al Vicario di Cristo, finchè il Signore ci darà vita....

[SM=g28002]




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
23/04/2013 10:45




Riporto dal nostro Facebook

TESTIMONIANZE

Grazie a Fabio B. che ci permette di condividere la sua testimonianza. - Paparatzifan

Mia testimonianza personale peri il Santo Padre Benedetto divisa in due parti: il racconto di un sogno che ho realmente fatto nel periodo della sede vacante e un mio messaggio di auguri di qualche giorno fa per il suo compleanno

Ho fatto un bellissimo sogno: ero in un ambiente simile alla cappell...a dove Benedetto ha ricevuto i cardinali per la sua ultima udienza (la sala clementina??) Papa Benedetto stava salutando persone di ogni condizione prima del suo ritiro al mondo. A un certo punto mi avvicino e lui mostra di riconoscermi e mi sorride e fa cenno di avvicinarmi. Io allora gli chiedo se va bene una frase sua che ho scelto per un libro su di lui che avevo intenzione di scrivere. Lui sempre sorridente mi dice "vediamo vediamo". Allora io cerco fra diverse carte ma non trovo questa frase. Allora lui mi prende le mani e inizia un lungo, tenerissimo, indimenticabile saluto dicendomi "ora non c'è più tempo, non importa, non importa, sarà per la prossima volta". E io rispondo mentre inizio a sentire venire le lacrime "come la prossima volta?? ma noi da adesso non la vedremo più..." e lui tenendomi ancora le mani mi dice "no, no ci vedremo ancora" e dopo avermi ancora tenuto le mani per un pò, si allontana ed esce dalla sala. Non potrò mai dimenticare l'intensità di questo sogno e il clima di profonda tenerezza, concordia e amore. A Papa Benedetto va la mia profonda e perenne riconoscenza per avermi fatto comprendere in profondità il Mistero di Gesù e in particolare per me che sono musicista hanno fatto breccia anche le sue riflessioni sulla musica che hanno avuto una importanza decisiva nella formazione del mio pensiero musicale. Per me nessun musicologo potrà mai centrare il Mistero della Musica e collegarlo a quello di Gesù così come ci è riuscito lui. Gli voglio un bene infinito indegnamente mi associo sul monte a lui ogni giorno e se un giorno Dio mi concederà di realizzare anche solo in parte il mio progetto di Rosario Sonoro, lo dedicherò a lui.Fabio

"Udranno un giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno" (Is 29, 18-24)

Carissimo e amato Santo Padre Benedetto, apro questo messaggio di auguri che affido al bellissimo blog a Lei dedicato, con questa citazione di Isaia che Lei fece in occasione di un concerto con la Nona Sinfonia di Beethoven. Con quella fusione mirabile _ e ineguagliata! _ di sapienza, poesia e dolcezza, dalle parole del Santo Padre Benedetto XVI ascoltavamo un'analisi che superava in modo incomparabile qualsiasi commento critico. Infatti il discorso proseguì così: "La solitudine silenziosa aveva insegnato a Beethoven un modo nuovo di ascolto che si spingeva ben oltre la semplice capacità di sperimentare nell'immaginazione il suono delle note che si leggono o si scrivono." e a proposito del passo di Isaia "si accenna così ad una percettività che riceve in dono chi da Dio ottiene la grazia di una liberazione esterna ed interna".

Ed ancora: "La vera gioia è radicata in quella libertà che in fondo, solo Dio può donare. Egli _ a volte proprio attraverso periodi di vuoto e di isolamento interni _ vuole renderci attenti e capaci di 'sentire' la sua presenza silenziosa non solo 'sopra la avolta stellata' ma anche nell'intimo del nostro animo. E' lì che arde la scintilla dell'amore divino che può liberarci a ciò che siamo veramente".

Caro Santo Padre Benedetto, io La immagino così, da quel 28 febbraio in cui tutto trasudava di lacrime e di dolore ove però, incredibilmente, già si avvertiva quel senso di dolce, sovrumana Consolazione che non può essere solo e semplicemente cosa umana. La immagino, nel Suo "terzo periodo", come fu esattamente il terzo periodo della vita di Beethoven, salito su quel monte e nascosto al mondo, già capace di udire le parole di quel libro di cui ci parla di Isaia, e anche di vedere oltre l'oscurità della notte che ancora ci avvolge e ci opprime, quaggiù in una pianura troppo affollata e ingombrata.

E allora, mi viene da collegare il primo passo di Isaia a un altro passo dello stesso profeta biblico:

"Sentinella, a che punto è la notte? Sentinella, a che punto è la notte?
E' venuto il mattino, e poi ancora la notte; e se volete chiedere,
chiedete, tornate ancora" (Isaia, 21, 11....)

Se può esserci una Sentinella in questo mondo oppresso dalle tenebre più fitte, una Sentinella in grado di poterci anticipare nello scorgere il baluginare dell'Aurora senza fine che pure non può essere lontana, questa Sentinella può solo essere Lei, carissimo Santo Padre Benedetto.

Lei, senza compromessi, seguendo e interrogando Gesù per tutta la vita, e ponendosi sotto l'infinito dolcissimo Manto protettivo di Maria SSma, ha guadagnato di nuovo per tutti noi l'accesso alla salita del Monte, l'unico Monte da cui si può guardare lontano e scorgere i primi bagliori dell'Aurora senza fine.

Ci ha indicato ancora una volta che c'è un solo Monte per questo e non ce ne sono altri. E c'è un modo solo per salirvi senza precipitare irrimediabilmente a valle.

Non servono più chiacchere vuote che il mondo continua ad amare troppo. Serve solo silenzio, e quella dedizione assoluta che Lei ci ha insegnato e che chiunque voglia davvero può imparare. Per poter ognuno di noi mettersi lì ai piedi del Monte, a debita distanza e poter porre la fatidica domanda:

"Sentinella, a che punto è la notte??....."

Auguri, auguri infiniti, Santo Padre Benedetto. Con tutta l'anima, tutto lo spirito, tutto il cuore.

Qua, c'è qualcuno che non La dimenticherà mai e Le sarà sempre riconoscente per tutto.

Fabio B.

[SM=g27998]




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
23/04/2013 10:50



TESTIMONIANZE  dal nostro Facebook

Una testimonianza da culturaCattolica.it
giovedì 28 febbraio 2013

E’ stato bello. Anzi, di più… è stato meraviglioso! Complice la luna piena e un volo di gabbiani che disegnavano stupende acrobazie dinanzi alla finestra dello studio del Papa, questa sera in piazza San Pietro è stato scritto un frammento di storia con l’inchiostro luminoso di mille fiaccole accese. Eravamo in tanti, molti venuti ...anche da lontano. E’ stato emozionante incontrarsi, abbracciarsi e scoprire la cordialità di don Gabriele, la gentilezza di Lucia, il sorriso meraviglioso di suor Gloria, e vivere insieme un’esperienza così intensa ed indimenticabile.
Un pezzo della nostra vita si è compiuto, un momento doloroso come lo è ogni distacco importante, ma sereno, composto, serio, scandito da preghiere sommesse che pure arrivavano a lambire quelle finestre illuminate… Un solo attimo eppure, ad un tratto, una tendina è stata scostata ed una bianca figura è apparsa fugacemente. Il nostro cuore era in tumulto: sapevamo che Egli era lì, ad ascoltarci, ad abbracciarci con lo sguardo e a benedirci… Ed è stato bello, pur con le mani fredde, innalzare dolcemente, insieme alle fiaccole, il canto “Christus vincit, Christus regnat, Christus Christus imperat!” insieme alle Monache della Adorazione Eucaristica. Tutto è compiuto. Domani Papa Benedetto, alle ore venti, spiccherà il volo… non sarà un addio ma un rimanere “in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”, un restare nel servizio della preghiera “nel recinto di san Pietro”.

A noi resterà il monito della sua ultima udienza, l’invito ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno, anche nella fatica.

Ciao, grande Papa! Trattienici nel tuo cuore come tu resterai nel nostro, per sempre. Sappiamo che non ci lascerai orfani, che tutto e tutti raccoglierai nella tua preghiera per affidarci al Signore perché, come hai proclamato oggi, “il cuore di un Papa si allarga al mondo intero”.

[SM=g27998]

Un altro tipo di Ragione

John Waters


BENEDETTO XVI - SORPRESI DA LUI


Ogni sua parola ha avuto lo scopo di portarci «oltre»: noi stessi, l’apparenza, il mondo. Nella certezza che la Chiesa non è opera nostra, ma «l’irrompere di qualcos’altro». Ma anche ora che si ritira nel «silenzio di Dio» continuerà ad accompagnarci al fondo di tutto. Ecco come


Un padre ci insegna ad aderire, a comprendere più a fondo, a rimandare, a rinunciare, a obbedire in tutta la profondità che questi termini hanno. Un grande padre è sempre una sorpresa per i suoi figli. Fa cose che non si aspettano, ma con una chiarezza che, stranamente, non li sorprende mai. A volte, davanti a un padre veramente grande, appare chiaro che la totalità del compito della paternità è più importante per lui persino del desiderio, così profondamente umano, di essere amato dagli altri esseri umani. Il significato di ciò - di questa intenzione del padre - è che esiste un oltre, verso il quale occorre andare, anche a fronte del sacrificio di ciò che è presente, disponibile e profondamente desiderato. È una dura lezione, per il maestro come per il discepolo, per il padre come per i figli, ma è la più importante di tutte.

Un padre così è stato, per gli ultimi otto anni, papa Benedetto XVI. Come ci ha commosso, con le sue parole che vanno oltre le parole! Come ci ha accompagnato con la sua mite certezza! Come ci ha tenuti vicini a sé, perché potessimo farci più vicini a Lui!
Ho molto amato Benedetto XVI proprio perché, da padre, nella vita di ogni giorno ho potuto vedere la limpidezza e la grandezza delle sue intenzioni e dei suoi desideri per il mondo che ha amato con così grande paternità.
Questo amore mi ha lasciato dapprima ammutolito, all’udire della sua decisione di abbandonare il ministero papale. Ma poi ho avuto la grazia di leggere le parole di un altro padre, Julián Carrón, che ha parlato della «mossa di libertà senza precedenti del Santo Padre, che privilegia innanzitutto il bene della Chiesa. Così egli mostra a tutti di essere totalmente affidato al disegno misterioso di un Altro. Chi non desidererebbe una simile libertà? Il gesto del Papa è un richiamo potente a rinunciare a ogni sicurezza umana, confidando esclusivamente nella forza dello Spirito Santo...».
Ecco. Anche noi, a cui è stato insegnato a vivere questi pensieri, possiamo dimenticarcene.
Questo ci spalanca un’altra possibilità: che il vero gesto del Papa sia racchiuso nel suo stesso significato, che ancora una volta il Santo Padre ci stia ricordando che esiste una forma diversa di ragione, e tipi differenti di ragioni, da cui ogni cosa prende forma.
Non è forse stato questo il tema costante del papato di Benedetto XVI? Non è apparso evidente in ogni suo gesto, in ogni intervento, in ogni incontro?
Il Papa non ci lascia, ma ci sta accompagnando al fondo della questione. Con questo gesto ha illuminato, in un modo nuovo, ogni cosa che lo ha preceduto, mostrando che le parole non sono semplicemente parole, ma segni di un tipo diverso di realtà. Con questo gesto, il più radicale degli uomini ci ha ricordato che la radicalità più profonda non sta in lui che la mostra, ma in un Altro, e che questa radicalità è trascendente ed eterna. Il Papa ha tenuto in serbo il vino migliore sino alla fine!
Otto anni fa, eravamo stati addolorati, ma insieme edificati, dal modo con cui il suo predecessore, Giovanni Paolo II, ci aveva lasciato. Dopo aver passato un quarto di secolo insegnandoci come si vive, il Papa ci aveva chiamato al suo capezzale per insegnarci come si muore. In questo modo, ci aveva costretto a porci davanti alla domanda che stava dietro a tutto ciò che ci aveva detto: è vero che Cristo vive in noi, con noi? E attraversando la pioggia delle nostre lacrime, il sole era sbucato ad illuminare tutto. È vero!
Oggi il suo amico e successore ci ha di nuovo riportato alla domanda, anche se potrebbe sembrare impossibile. Ma davvero è così? Come può un uomo accompagnarci più in là della sua morte?
Benedetto ha fatto esattamente questo. Ci ha insegnato che la Presenza di cui parliamo trascende non solo la morte, ma anche la vita. È più grande e diversa rispetto a entrambi questi fenomeni. È qualcosa che è al di là non solo delle cose terrene, ma della stessa dimensione terrena.

«Più forte della pioggia». Ricordo un amico che mi raccontava i fatti straordinari accaduti all’aeroporto di Cuatro Vientos, a Madrid, nell’estate del 2011, quando Benedetto XVI celebrò la messa davanti a due milioni di ragazzi nella Giornata mondiale della Gioventù. Per tutto il giorno, malgrado la temperatura fosse intorno ai 40 gradi, la folla dei ragazzi aveva cantato e ballato aspettando il Papa. Al suo arrivo, lo aveva accolto con grandissimo entusiasmo ed affetto.
Più tardi, quando il Papa cominciò la sua omelia, ci fu un improvviso cambiamento di tempo. Se durante tutto il giorno i pompieri avevano spruzzato acqua sulla folla che andava crescendo per rinfrescare la gente, in quel momento la pioggia cominciò a cadere a scrosci trasversali che non risparmiarono nessuno dall’infradiciarsi.

Per qualche minuto ci fu confusione; il Papa interruppe la sua omelia e non si capiva bene se la cerimonia avrebbe potuto continuare. Poi il Papa riprese la parola, e disse che Dio aveva mandato la pioggia come un dono. Disse ai giovani che nella vita avrebbero incontrato problemi ben più grandi di quella pioggia, ma che non dovevano avere paura perché sarebbero stati sempre accompagnati. «La vostra fede è più forte della pioggia», disse. Poi, mentre il temporale non accennava a smettere, si inginocchiò davanti al Santissimo e tra i due milioni di giovani assiepati a Cuatro Vientos cadde il silenzio.
Più tardi, dei poliziotti di lunga esperienza dichiararono di non aver mai visto nulla di simile. Erano concordi nel dire che se una tempesta simile si fosse scatenata ad un concerto rock o ad una partita di calcio avrebbe potuto essere una catastrofe. Lì c’era stato silenzio, calma, davanti a qualcosa di immenso e incommensurabilmente affascinante. Da sette anni, la Spagna viveva sotto un regime che cercava di estromettere il Mistero dalla vita civile, non semplicemente opponendosi a Dio, ma cercando di occuparne il posto nella realtà. Eppure, quello che abbiamo visto a Madrid in quel fine settimana era che i ragazzi spagnoli, e i loro coetanei di diverse parti del mondo, sapevano riconoscere qualcosa in grado di offrire più speranza di quello che i politici chiamano progresso, e più bello di ciò che i giornalisti chiamano libertà.

Attesa e desiderio. Questo è stato il marchio del tempo di Benedetto, e il tono della sua voce nel mondo. Ogni sua parola è stata come concepita in uno sforzo di condurci oltre l’apparenza immediata, a ciò che sembra ovvio, oltre le nostre impressioni e reazioni istintive, oltre noi stessi e il mondo, verso un nuovo modo di vedere e usare la ragione. Ha assunto questo ruolo con la massima serietà, ricordando sempre che il compito del Papa è di stare al culmine dell’umana realtà e di puntare lo sguardo oltre. Quindi - ci ha costantemente ricordato - la Chiesa stessa è ultimamente un segno più che una istituzione.
E adesso ce lo ricorda di nuovo. Perché la Chiesa «non è una nostra istituzione, ma l’irrompere di qualcos’altro», ha scritto in La Comunione nella Chiesa, di conseguenza «non possiamo mai crearcela da noi». Al contrario, noi preghiamo in ginocchio, attendiamo e desideriamo.

Un anno fa, in occasione della 46ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni, il Papa ci chiese di considerare l’importanza del silenzio.
Esiste un «rapporto tra silenzio e parola» - diceva, sottolineando come i due fenomeni non sono opposti, bensì due elementi diversi dello stesso meccanismo, «due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone». Lo definiva «il silenzio di Dio», un silenzio che diviene contemplazione, e dal quale nasce una nuova Parola, la Parola di salvezza.

Ora questo grande Papa si ritirerà nel «silenzio di Dio». Non sarà però un rifugio, ma solo un’altra fase tra le diverse modalità con cui lui ci ha parlato. Non ci abbandonerà, ma ci accompagnerà in una maniera nuova. Chiunque sostituirà Benedetto XVI sarà il Papa, naturalmente, e diventerà il nostro nuovo padre, portando una nuova ricchezza nella nostra vita.
E naturalmente, continuerà ad esserci un solo Papa.
Ma la sensazione che noi continueremo ad avere, della presenza del nostro amato Benedetto XVI, che prega inginocchiato da qualche parte, non lontano da noi, cambierà ogni cosa, tenendo sempre desta in noi la memoria della novità che ci è stata promessa. Non una novità fine a se stessa, certo che no, ma una novità che rende visibile, in modo inaspettato, miracoloso, il significato di tutte queste cose, di ogni cosa: che Colui che ci fa regna supremo su tutte le cose terrene, e su ogni essere terreno, e che il Padre celeste ci parla attraverso le parole e i silenzi di uomini che sono tra noi e come noi, ma che sono stati investiti della pesante responsabilità di condurci verso ciò che ci attende.


 Tracce

[SM=g27998]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
26/04/2013 09:46

TESTIMONIANZE - ricevuta nella mia posta su youtube (by Dorotea) ieri sera [SM=g27988]

il papa

Mi chiamo Alessandra. Già con Giovanni Paolo II mi ero riavvicinata alla Chiesa, ho potuto partecipare solo all'ultima sua Gmg a Tor Vergata e provenivo da un ...ambiente pentecostale.
Quando lui morì mi sentii cadere il mondo addosso. Riebbi una ricaduta dottrinale, avevo bisogno di sentirmi al centro di una comunità che sostituisse il vuoto che si era creato dentro di me. Poi non conoscevo il nuovo papa, ne avevo sentito parlare male, il suo intercalare con la pronuncia tedesca mi amareggiava e i suoi gesti apparentemente freddi mi confondevano ancora di più.

Poi con delle amiche mi convinsero a raggiungere Bari dove il nuovo papa Benedetto XVI era andato per il congresso dell'Eucaristia e quando all'omelia lo sentii raccontare dei 49 martiri uccisi per difendere la domenica e l'Eucaristia, quando pronunciò queste precise parole: "E’ un’esperienza, quella dei martiri di Abitene, sulla quale dobbiamo riflettere anche noi, cristiani del ventunesimo secolo. Neppure per noi è facile vivere da cristiani", mi sono resa conto quanto male stessi facendo io al nuovo papa con il mio atteggiamento.
Non era facile per me essere cattolica in quei giorni, in quei mesi, e mi stavo così sfogando sul nuovo papa, non era giusto.

Da quel giorno ho cercato sempre di seguirlo nei suoi discorsi ed ho imparato ad amarlo, ma non solo lui, anche la dottrina della Chiesa che con Benedetto XVI mi è diventata davvero più familiare e più semplice.
Ora mi manca tantissimo!

Dal 2008 non sono più mancata alle sue udienze del mercoledì, con lui ho imparato tutta la storia della Chiesa in modo semplice e pulito, le sante del medioevo, i dottori della Chiesa, non c'è un punto che Benedetto XVI abbia trascurato.
Quando ha dato le dimissioni ho detto a Gesù: "Signore, ma perchè mi togli il buon pastore?"
Forse sono ancora debole nella fede e il nuovo papa seppur mi ricorda gli atteggiamenti di Giovanni Paolo II, mi ha fatto ricadere un pò in quello sconforto che avevo già provato. Ma grazie proprio a Benedetto XVI ho capito che questi papi sono dei veri martiri.

Ora mi sto raccogliendo tutto il magistero di Benedetto perchè voglio vivere con lui "sul monte" e forse ho trovato la mia strada di vocazione, grazie a lui sto decidendo di lasciare tutto per entrare in monastero.
Il mio sacerdote spirituale mi sta aiutando a capire che l'esperienza con Benedetto XVI per me è stata proprio quella di maturare la mia vocazione religiosa. Voglio restare con Gesù come mi ha insegnato lui.
E' stato un grande papa in tutti i sensi, a me ha aiutato ad uscire fuori da me stessa, fuori da quel mio io continuo che mi rendeva la vita impossibile sempre con alti e bassi. Benedetto XVI mi ha insegnato a scoprire il vero cuore della Chiesa Cattolica, un cuore che non voglio più lasciare ne tradire.

Grazie Benedetto! Mi manchi molto, ma ti sento davvero nel mio cuore che tu hai contribuito a ripulire e rafforzare in Cristo.

Il primo maggio mentre tu tornerai a Roma in vaticano, io entrerò in convento per cominciare la mia esperienza claustrale, ancora una volta le nostre strade si uniscono e questa volta non sento smarrimento, ma una immensa gioia perchè so che tu sarai con me, ed io con te, nel cuore della Chiesa.
Grazie di tutto. Alessandra.

[SM=g27998]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
13/05/2013 12:07

[SM=g27998] TESTIMONIANZE  dal nostro Facebook


                         ti vogliamo bene

"Ho raccontato in tante occasioni, in questo blog, a frammenti, la mia lunga, splendida e drammatica avventura con Joseph Ratzinger. A poco meno di vent'anni, grazie a una citazione di don Giussani, ho sentito, per la prima volta il suo nome. Sugli scaffali della libreria dell'Università Cattolica un libro mi venne incontro con quel nome.
Lo lessi d'un fiato, lo conservo e non ricordo quante volte mi è tornato tra mano.

Non conoscevo neppure il suo volto. Ma, per la prima volta, capii che in un libro si incontra un uomo. E quell'uomo ha accompagnato la mia vita e il cammino della mia povera fede da lontano ma quanto, quanto da vicino. Ne ha consolidato la forma, ha risposto alle mie domande, mi ha "assicurata" che, fuori da Cristo, restiamo, noi uomini, radicalmente incompiuti. Soprattutto mi ha insegnato ad amare la Chiesa, nostra Madre. Insegnare è lasciare una traccia incancellabile sulla sabbia della nostra inconsistenza. Ho letto tutto il leggibile scritto da lui, ho perfino provato ad imparare un po' di tedesco per "sentirlo parlare" nella chiarezza ordinata della sua lingua che è la forma del suo pensare e del suo vivere. Poi l'ho conosciuto, da lontano, al Meeting di Rimini a raccontarci i suoi amori: la Chiesa che è di Cristo, la bellezza che è Cristo.

Nel 2005, morta da poco mia madre, morto don Giussani cui devo il germoglio di una fede consapevole, mi ha ripetuto le parole di una Speranza affidabile e della Sua Bellezza, nello smarrimento del funerale di don Giussani, in una gelida e terribile giornata che sembrava una fine, e invece anche grazie a lui, fu un nuovo inizio.
Poi l'Elezione. Del tutto inattesa. Troppo vecchio, troppo rigido, troppo "santo"...
Ne fui così felice...per me, per noi, per i fratelli uomini che finalmente avrebbero goduto di una grazia che mi sembrava, fino a quel momento, riservata a pochi.

L'ho accompagnato passo passo, col cuore, che non è il sentimento ma la profondità dell'io, e con una fedeltà concreta. La prima Udienza, in quel lontano 27 aprile, nella luce di Roma, bianco e "nuovo", a raccontarci del nome: Gratia Benedictus et nomine. Ancora in piazza all'incontro coi Movimenti, tanti Angelus, tra cui quello, dopo i fatti della Sapienza insipiente. In Val d'Aosta e in Cadore, nello splendore del Creato di Dio. Infine, ma niente finisce, l'ultima Udienza, un altro 27, di cui ricordo poco: lacrime e i suoi occhi, come quelli di otto anni prima ma appena un po' più velati.

E "non mi sono mai sentito solo" "la Chiesa è viva". Ancora una volta era lui a consolarmi. "Buona notte".
Scrivo tutto questo il Sabato Santo di questo Anno di Grazia 2013 perché è il giorno della sua nascita, battezzato con l'acqua nuova della Risurrezione ma nato nel giorno del grande silenzio di Dio. Quel silenzio che ha così spesso attraversato la sua vita, dentro un sì, che, ogni volta, lo conformava di più a Cristo. Oggi si può dire, anche per Joseph- Benedetto, "tutto è compiuto". "Nascosto al mondo, nel recinto di Pietro, diminuito fino all'annullamento, non smette di indicarci che ad un Altro dobbiamo guardare. E ci ripete "Buona notte".
Perché la notte non è trascorsa ancora. Per noi.
Vorrei saperlo amare come lo ama Dio.
Che il Signore la tenga stretto a sé, Padre Santo".


[SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]


TESTIMONIANZE dal nostro Facebook

"Sono nata nel 1962 e posso dire di essere stata fortunata ad avere tante belle figure di pontefici nella mia vita. Quello che ha inciso nella mia vita è stato, però, papa Benedetto. Il cardinale Joseph Ratzinger mi colpì la sera in cui a Roma si festeggiavano i 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II e lui dedicò un augurio al Papa malato scritto con il cuore. Celebrò, poi, nel...la mia città, la messa di consacrazione a vescovo di mons. Forte. Un’omelia bellissima, a braccio, in cui parlò del Pastore che ha cura delle sue pecore e - citando Sant’Agostino - della scelta che il Signore aveva chiesto al neo vescovo di lasciare i propri progetti (gli studi di teologia) per i progetti di Dio (la cura delle anime). Cominciai a leggere i suoi libri (ora li ho quasi tutti) e a fare tesoro dei suoi insegnamenti. Grazie a lui ho letto i libri di Romano Guardini, la spiritualità del card. Newman. Ogni libro faceva crescere in me il desiderio di vivere la mia fede responsabilmente, di viverla come incontro con Gesù. Nello stesso tempo mi affezionavo a chi con le sue parole sapeva toccare il cuore.

Quando nei giorni della tristezza per la morte di Giovanni Paolo II, i media scoprirono un volto nuovo del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per me il cardinale Ratzinger era già da tempo una figura di riferimento importante, una guida spirituale.

Ero in piazza San Pietro quando celebrò la prima Messa come Benedetto XVI, il 24 aprile 2005. Non ero mai stata a una celebrazione di un Papa. Fu una sensazione bellissima, mi sentivo “nella Chiesa”. Due mesi dopo, tornai a Roma in Basilica, per la S. Messa dei SS. Pietro e Paolo. Ho cominciato a seguire le udienze generali, a registrarle, usarle anche per i momenti di meditazione personale e per la formazione. Mi piaceva la sua autorevolezza, sfumata dalla sua timidezza purtroppo non capita. Mi piaceva l’idea di un papa amico del papa precedente. Mi è piaciuto il suo modo di parlare della Chiesa. Mi ha insegnato ad amarla anche se c’è tanta zizzania.

Sono tornata a Roma per la Via crucis del 2006 (mi passò vicino, assorto nella preghiera dietro la croce), l’anno successivo ero in piazza San Pietro per la S. Messa e il Messaggio Urbi et Orbi della Pasqua; ero in piazza del plebiscito per la sua visita a Napoli nell’ottobre del 2007 e mi piaceva cominciare l’anno seguendo l’Angelus in piazza San Pietro. Sono stata anche all’udienza del 24 aprile 2010 (Testimoni digitali)… Con questo blog ho continuato a tenere d’occhio video e audio di celebrazioni che per motivi di lavoro non potevo seguire. Il segreto di questo uomo di Dio è la sua capacità di testimoniare la fede con semplicità e credibilità.

Ecco perché mi è stato subito caro. La mitezza di questo uomo di ottant’anni che ha dovuto cambiare, per amore del Signore, tante volte strada; che non ha mai alzato la voce per difendersi dalle calunnie, ha spesso frenato le mie ribellioni e mi ha insegnato tanto. Ma sono cose che sa solo il mio cuore e per le quali ringrazio il Signore chiedendo per Papa Benedetto il bene e il conforto che solo Dio può donare.

Anche io ho una nota personale: il Papa è nato nel 1927, come mio padre, che ho perso nel 1975. E confesso che questo mi ha fatto guardare a Papa Benedetto anche con la tenerezza di una figlia. Ma questo non è importante. La cosa che conta è essere consapevoli di come lui si sia fatto strumento di Dio per ciascuno di noi, in modo diverso. E’ una eredità da mettere a frutto, nella fede, nella umiltà e possibilmente anche noi nella mitezza".

[SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]


TESTIMONIANZE dal nostro Facebook

"Mi lega a Papa Benedetto XVI un profondo legame spirituale e affettivo. Ho 23 anni, quando é stato eletto avevo 15 anni, quindi Benedetto é stato praticamente il "mio" primo Papa e fu proprio in occasione dell'agonia di Giovanni Paolo II e dell'elezione di Benedetto che iniziai ad approfondire e conoscere seriamente la mia fede, a crescere anche come cristiano, ad interessarmi della vita della Chiesa nei suoi molteplici aspetti. La coincidenza di questo periodo di crescita con il pontificato di un grandissimo Papa come Benedetto XVI é stata veramente provvidenziale; in questo periodo mi sono nutrito del suo Magistero (un Magistero di una ricchezza, profondità e vastità uniche) e di numerose sue opere precedenti l'elezione al soglio pontificio, ricavando anche da queste letture una crescita umana, spirituale, cristiana e culturale notevole. E' nato anche in questo modo un forte legame spirituale e intellettuale con Papa Benedetto, un legame che ha segnato la mia vita.
Al contempo ho seguito assiduamente la sua attività pubblica come Papa, prima in tv e sui media, successivamente anche in modo diretto, dal vivo, da quando (dal 2008) faccio l'università a Roma. E' stata veramente una grande grazia poter vivere questi anni nella diocesi del Papa (e lo é ancora), e in particolare negli anni di Papa Benedetto!! Così ho potuto assistere a molteplici celebrazioni ed eventi vari con Benedetto XVI, sperimentando anche una importante vicinanza fisica al Santo Padre...vicinanza di cui ora sento moltissimo la mancanza. In una di queste occasioni ho avuto la grazia di poter stringere la mano al Papa (conservo in vista nella mia camera la foto che ha immortalato quel momento), in altre occasioni é capitato più semplicemente di incrociarne lo sguardo dolce, mite, gentile, paterno...sono stati momenti di emozione bellissima e molto intensa!
Ho accumulato in questi anni tantissimi e bellissimi ricordi, che rimarranno per sempre nella mia mente e nel mio cuore...quante volte mi vengono in mente, specialmente in questo periodo, questi ricordi...quante volte mi torna in mente il volto dolce e la voce di Papa Benedetto!
E' inevitabile, é una grande sofferenza non poterlo vedere e sentire più, una sofferenza cominciata l'11 febbraio e che credo non si smaltirà mai definitivamente, così come tutti i grandi dolori della vita....essi lasciano sempre un segno indelebile.
Tuttavia sapere che presso il Signore siamo veramente vicini é veramente consolante, é bello sperimentare in ciò la forza della preghiera...ogni giorno il mio pensiero va a Benedetto XVI e prego per lui; ma anche la semplice presenza fisica dei suoi libri per me é importante...é come avere in casa tanti regali che Joseph Ratzinger-Benedetto XVI ci ha fatto in tutti questi anni, é bello poter sentire anche in questo modo la vicinanza della sua parola, ora che non ci é più dato di poterlo vedere e sentire.
In questi 8 anni Benedetto XVI é stata una presenza fondamentale nella mia vita, lo é ancora e lo sarà per sempre; é stato attraverso Papa Benedetto che in questi anni sono cresciuto nella vicinanza e nell'amore per Cristo, é stato attraverso di lui che la mia fede in Dio si é fatta più solida. E' stato lui che mi ha condotto per mano verso il Signore.
Benedetto XVI é il mio padre spirituale, il mio padre nella fede, il legame che mi lega a lui é fortissimo, profondo, inscindibile, eterno, sin da subito l'affetto che ho provato per lui é stato forte come quello che si prova per un persona cara...non mi dimenticherò mai di lui, rimarrà per sempre nel mio cuore.

GRAZIE DI TUTTO PAPA BENEDETTO, TI VOGLIO BENE!!!"


[SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]

IL PELLEGRINAGGIO LORETO-MACERATA
Titolo Articolo
«Non volevo andare in convento...
Prima di quella notte»

Immagine pagina
 
Didascalia immagine
Contenuto Articolo
"Sabato notte sarò anch’io con loro, pregando insieme alle consorelle nel coro del mio monastero di clausura. Quella notte di otto anni fa è stata la notte decisiva della mia vita, come posso dimenticarla?".

La vocazione alla vita consacrata di suor Beatrice è maturata partecipando nel 2005 al pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, che stasera radunerà 100mila persone per la sua trentacinquesima edizione. Ilaria (questo il suo nome prima della consacrazione) era una ragazza come tante, curiosa del mondo e innamorata della vita, diplomata in arredamento, aspirante architetto, e con una grande e insolita passione: suonare il bassotuba nella banda del paese.

Un giorno, mentre si trova al pronto soccorso a seguito di un incidente, le capita di vedere in diretta tv l’elezione al soglio pontificio di Benedetto XVI, il 19 aprile del 2005. «Fui colpita dalla sua semplicità, da quelle braccia spalancate da cui mi sentivo abbracciata anch’io. E pochi giorni dopo, l’omelia di inizio pontificato mi ha letteralmente travolta: "Chi fa entrare Cristo nella sua vita non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. Così oggi vorrei dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo, Egli non toglie nulla e dona tutto, chi si dona a Lui riceve il centuplo". Non so spiegare cosa mi è preso, ma dopo avere ascoltato quelle parole sono scoppiata a piangere, e da quel momento ha cominciato a ronzarmi per la testa l’idea di donarmi tutta a Dio nella vita consacrata».


Ilaria ha 19 anni, è cresciuta in una famiglia di tradizione cattolica, ma l’educazione ricevuta dai genitori non le basta, e la fede è diventata nel tempo una consuetudine un po’ polverosa. Le parole di papa Ratzinger risvegliano il desiderio di qualcosa di grande, qualcosa che cerca di precisare parlando a lungo con una suora. Poi, imprevisto, arriva l’invito di un’amica: «Vieni con me al pellegrinaggio da Macerata a Loreto?».

Non si è ancora completamente ripresa dall’incidente stradale di cui era rimasta vittima, il medico sconsiglia di affrontare la fatica di quei 28 chilometri a piedi di notte, ma lei decide di andare in fondo a quell’idea che le era entrata nella testa, vuole capire se è cosa per lei. «In verità mi stavo convincendo che non ero un "tipo da convento", per cui decisi di partecipare al pellegrinaggio sfidando… la Madonna: "Guarda che io non sono fatta per queste cose, toglimi dalla testa questa idea e lasciami in pace"».
È una notte di lotta silenziosa, di tormento interiore, di domanda alla Vergine perché l’aiuti a capire quale direzione dare alla sua giovane vita. Durante il pellegrinaggio, la recita del Rosario è cadenzata da alcune brevi meditazioni diffuse dagli altoparlanti. In quella che commenta l’agonia di Gesù nel Getsemani risuonano parole che sembrano scritte per lei: "Questa è l’ora della decisione, Gesù dice sì sapendo a cosa va incontro, aderisce al disegno del Padre con tutto l’amore del figlio e con tutto il timore dell’uomo. Per portare un rapporto fino in fondo il sacrificio è necessario, come questa sera...".


Quando il fiume dei pellegrini arriva sul piazzale della Basilica di Loreto, il cuore di Ilaria è in tempesta. Ancora una volta chiede alla Madonna di aiutarla a capire, di fare un po’ di luce nella confusione che ha in testa: «Se vuoi proprio me, dammi la forza di pronunciare il mio sì, come hai fatto tu quando eri giovane come me». Da quel giorno comincia un cammino con l’aiuto degli amici della comunità di Comunione e liberazione di Recanati e poi della comunità di suore di clausura a cui si rivolge per verificare la sua vocazione.

L’anno dopo entra in convento, il 3 ottobre 2012 pronuncia la professione solenne. Il giorno dopo Benedetto XVI è a Loreto per chiedere la protezione della Madonna sull’Anno della fede. «Ancora un segno: la Vergine e il Papa continuavano ad accompagnare la mia vocazione. Proprio come in quella notte di otto anni fa, quando il mio tormento interiore si è concluso con un sì».

Giorgio Paolucci da Avvenire 8 giugno 2013

[SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]




[Modificato da Caterina63 09/06/2013 20:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
09/09/2013 23:02


CIAO, PAPA RATZINGER! Lettera aperta a Benedetto XVI

 Ciao,  Joseph Aloisius!
         un saluto  sommesso a Te,  ora  che ti allontani,  ora che ci eravamo affezionati a quella Tua  discreta  fotografia.  
Una fotografia  che  per  otto anni  ci  ha tenuto  compagnia  incorniciata   dall’icona  del Cupolone,  un anno in più  di quei sette anni  fatidici  che  segnano il passo di un matrimonio  tra  civili.  Tra noi c’era un matrimonio spirituale,  ma  quella crisi  non esisteva  tra Te e noi,  bensì nella Chiesa e dentro di te.

     Quando,  neonato al  Soglio,  ci  comparisti  in alto sulla Piazza  di Pietro,  non ci hai  sorpreso  con l’imponenza  fisica  ma  col  sorriso della  modestia,  colorata  da  quegli  occhi  che hanno  le tinte  della fanciullezza.  Fu  un impatto iniziale  non  segnato  dalla forte emozionalità  di gesti  verbali , quelli che la folla della piazza  si aspetta  per  ondeggiare in preda  al misticismo popolare.  Ora, invece, in  questa Tua decisione  di salutarci per sempre,  hai  saputo  scatenare  urbis et orbis  un turbinio  di emozioni,  l’evento del Secolo.

     Avevamo imparato ad amarti col tempo,  come accade in quegli amori non  partoriti  dal  “colpo  di fulmine”.  E ce ne accorgiamo  ora che ci lasci,  dubbiosi e  perplessi,  fedeli e non fedeli,  credenti e agnostici,  pascolo di un gregge  allo sbando per  uno stile  di  vita  ispirato a quelle filosofie  relativistiche,  da  sempre osteggiate nelle  tue  profonde analisi  teologiche  e sociali.

    La Tua decisione  ci  restituisce  l’emozionalità  di quel “colpo di fulmine” che non fu.  Siamo rimasti  sconvolti  nell’ora del  Tuo  “rifiuto”,  rivelandoci ,  dietro  l’uomo  di  pensiero, al di là dell’immagine angelicata,  la forza di una tempra germanica,  il coraggio  umile  e  responsabile  di  consegnare  ad altri un peso troppo grave  per la  Tua  ingravescente  aetate,  scossa  da  quel   difficile  intreccio  di  situazioni   che da tempo  agita  le acque  all’interno delle  Mura,  dentro  quella  Città  per noi quasi “ invisibile”.

    La rinuncia  deve essere stata frutto di  una sofferta  riflessione,  maturata  per  porre di fronte alle proprie responsabilità  divine  tutti  coloro  che se ne sono allontanati.  E’ un “no”  che  si inserisce in analoghe  ma  storicamente diverse  “negazioni”,  un  atto  che  ha sapore di rivoluzione  nelle  moderne  parabole  del Tempio  di Roma, una sorta di “schiaffo” che non subisce Benedetto XVI  ma quella Santa Romana Chiesa  che  più santa  non  è.

     Un Papa è anche uomo,  con le sue angosce e le sue limitazioni fisiche.  Lo spettacolo del dolore, del  lento  e  inesorabile decadimento fisico,  è pane per il popolo, non per Dio. E  quello di mantenere  fino in fondo  una tradizione  storica che andrebbe archiviata   si rivela come alimento  di quella specie di  masochismo  religioso  collettivo  nel volere a tutti i costi  centellinare l’immagine  in terra di un Cristo sofferente fino all’ultimo respiro.

    Ma  il popolo di Roma  vuole sperare  che  il  Papa dallo sguardo azzurro  ancora per molto tempo ci tenga compagnia in quel suo “nascondimento”,  forse designato  dall’Alto per il bene della Chiesa.  E nella speranza che i suoi occhi, pur se stanchi,  possano  attendere  ancora per anni  ai suoi amati  studi teologici.

    In questa fase  di  anomalo  interregno, dove un Papa ancora vivente  viene sostituito  da un altro, tutti si chiedono quale sia  la formula per appellarti.  Noi, in questi pochi giorni  che ci separano dal Tuo saluto  formale di fine febbraio,  ci siamo rivolti a  Te col  nome di battesimo,  Joseph  Aloisius,  lo stesso  che i tuoi genitori usavano per chiamare un bambino biondo,  dalla bellezza delicata e gentile, quello che  un giorno sarebbe stato  arruolato  come interprete  della legge di Dio  sulle sponde di quell’altra Roma. 

     Il  fulmine,  stavolta  reale,  che si è abbattuto  durante  un recente temporale  sul  pinnacolo  michelangiolesco   proprio il giorno dell’annuncio  delle  Tue  dimissioni , appare  il  singolare  avverarsi di profezie bibliche.  Inquieti  restiamo,  gli occhi  spalancati e  manzonianamente  “attoniti”   sugli avvenimenti  che  ci assalgono a ondate,  ma  nella  ferma  aspettativa del cambiamento,   del risveglio spirituale di coloro che attendono alle cose di Dio.
     Hai  detto:”Non mi vedrete mai più!”  Una frase lapidaria,  un  “mai”  quasi… punitivo.  Ma non per noi,  noi  che speriamo di  rivederti  in un prossimo futuro,  chissà  ( è un nostro desiderio),  magari  ripreso  nel rifugio di quella Tua   romantica  e tranquilla  Baviera  che ti  farebbe  rifiorire,  assai  più vicino a  Dio  che  tra le mura di Babilonia la Grande, là  dove  Dio  da tempo non mette  più piede.

    Arrivederci,  Papa  Ratzinger,  e non addio!

   
Angela Grazia Arcuri

Roma,  25 febbraio 2013



[SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
29/11/2013 00:37


Vi condivido la bella testimonianza di un blogghista quando a febbraio 2013 ha vissuto la rinuncia di Benedetto XVI che lo aveva portato alla conversione 

la mia piccola esperienza di conversione. Cattolico di famiglia cattolica, pure me ne vergognavo un po’. Da ragazzo ero un tipico esempio di “cattolico adulto”: allergico alla gerarchia ecclesiastica, sprezzante circa la venerazione dei Santi, tendenzialmente iconoclasta, diffidente persino verso Maria, ero in compenso molto moralista e tormentato nella coscienza. 
Allevato spiritualmente dai Gesuiti, ero insomma un bel frutto pseudoprotestante dello “spirito del Concilio”. 
Non vorrei tediarla a lungo, ma nel mio cammino di riavvicinamento alla Chiesa Cattolica, passato attraverso mia moglie, la vita di parrocchia, l’innamoramento per il Barocco, l’ascolto clandestino di radio Maria, l’educazione religiosa dei miei tre figli, il punto di svolta è coinciso con la morte di Giovanni Paolo II. 
Lì ho avvertito profondamente la solidità, la soprannaturalità, la santità della Chiesa; lì, con Benedetto XVI ho iniziato a comprendere il valore fondante della tradizione, che è continuità e comunione. Casa sulla roccia. Radicalità delle radici. 
Di fronte allo smarrimento del mondo in quel 2005 (vero o inautentico che fosse) per la fine di un grande Papa, la Chiesa andava avanti lo stesso, grata ma imperturbabile, e ci donava questo suo splendido figlio e padre e pastore che è Benedetto XVI. Ebbene, o crediamo che la Chiesa è guidata da Cristo e che Cristo è nella Chiesa, oppure no. Io adesso lo credo, e non ho più paura: et portae inferi non praevalebunt.
Franz








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
09/12/2013 13:23


  mons. Georg Gäenswein, dimissioni Ratzinger come 'un'amputazione'

Notizia scarna ma significativa "l'impressione di vivere in due mondi". È anche la nostra. Ripresa da una più lunga intervista da Die Zeit-Online

--------------------------------------------------------------------------------

Roma, 4 dic. (Adnkronos) - Una pesante perdita, "come un'amputazione".

In questi termini Monsignor Georg Gäenswein descrive la sua reazione alla scelta di Josef Ratzinger di dimettersi da Pontefice, nel febbraio scorso, seguita dal cambio ai vertici della Santa Sede.

Parlando con 'Die Zeit' il segretario di Benedetto XVI, che collabora con Papa Francesco come Prefetto della Casa Pontificia e allo stesso tempo continua a lavorare come segretario per il pontefice emerito, dice di avere "l'impressione di vivere in due mondi"....

http://www.zeit.de/gesellschaft/2013-12/georg-gaenswein-papst-benedikt-franziskus

Georg Gänswein Benedikts Privatsekretär hadert mit Papst-Rücktritt

Ein Rücktritt wie "eine Amputation" – Georg Gänswein empfindet den Rückzug seines Herrn in der ZEIT als schweren Verlust. Ein Gelöbnis aber lässt ihn treu bleiben.

 
 

Der frühere Papst Benedikt und sein Privatsekretär Gänswein (r.) Mitte Februar im Vatikan

Der frühere Papst Benedikt und sein Privatsekretär Gänswein (r.) Mitte Februar im Vatikan  |  © Stefano Spaziani/Vatikan Pool/dpa

Erzbischof Georg Gänswein leidet bis heute am Wechsel von Papst Benedikt zu dessen Nachfolger Franziskus. "Ich muss da ehrlich sein mit mir selbst", sagte der langjährige Sekretär von Benedikt XVI. der ZEIT, "das ist ein Schmerz, das Sichabfinden mit der neuen Rolle".

Gänswein dient Papst Franziskus seit März dieses Jahres als Präfekt des Päpstlichen Hauses. Zugleich arbeitet er weiter als Sekretär für den zurückgetretenen Papst. "Ich habe den Eindruck, in zwei Welten zu leben", sagte er. Sein Verhältnis zu Franziskus' Reformen beschreibt Gänswein lakonisch: "Ich warte jeden Tag von Neuem, was heute anders sein wird."

Anzeige
 

So habe er es zu Anfang als "Affront" des neuen Papstes gegen dessen Vorgänger empfunden, dass Franziskus sich geweigert habe, die päpstlichen Gemächer im Apostolischen Palast zu beziehen. Franziskus habe erklärt, die Papstwohnung mache ihn "trübsinnig", er wolle "unter Leuten" leben, so Gänswein. Der Papst lebt bis heute im Gästehaus des Vatikan. Inzwischen könnten Franziskus und er aber über die Kontroverse scherzen, sagte Gänswein.

 
Lesen Sie mehr darüber in der neuen Ausgabe der ZEIT.

Lesen Sie mehr darüber in der neuen Ausgabe der ZEIT.

Benedikt XVI. war im Februar zurückgetreten – ein seit Jahrhunderten einmaliger Vorgang. Er habe diesen Schritt wie "eine Amputation" erlebt. Seine Zeit als engster Mitarbeiter Benedikts beschreibt er als außerordentlich intensiv: "Ich habe acht Jahre Blut gelassen und auch Blut geleckt, manchmal." Sein Leben seitdem "ist nicht mehr ständig am Herzpuls" des Vatikans.

Seine fortdauernde Arbeit für Benedikt begründet Gänswein damit, dass er dem damaligen Joseph Ratzinger auf Latein Treue "in vita et in morte", in Leben und Tod, gelobt habe. Bis heute spreche er den zurückgetretenen Papst als "Heiliger Vater" an. Trotzdem gelte auch für ihn als Getreuen Benedikts: "Es gibt nur einen Papst."

Lesen Sie mehr darüber in der aktuellen Ausgabe der ZEIT.




 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
11/12/2013 13:42


Un anno di @Pontifex. Mons. Celli: lungimirante la scelta di Benedetto XVI



Il 12 dicembre di un anno fa, Benedetto XVI apriva il suo account Twitter @Pontifex. Un evento di portata mondiale, che sottolineò - al massimo livello - l’impegno della Chiesa nell’annuncio del Vangelo nei social network. Dopo l’elezione alla Cattedra di Pietro, il testimone è stato raccolto da Papa Francesco con successo, visto che oggi @Pontifex - declinato in 9 lingue - si avvicina agli 11 milioni di follower in tutto il mondo. Alessandro Gisotti ha chiesto all’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del dicastero per le Comunicazioni Sociali, di tracciare un bilancio di questo primo anno del Papa su Twitter:RealAudioMP3 

R. – Quando Papa Benedetto XVI lanciò il primo tweet, era pienamente consapevole dell’importanza di quel momento. Posso confidare che quel giorno gli dissi proprio: “Padre Santo, mentre lei lanciava il primo tweet, io pensavo a ciò che fece il suo predecessore Pio XI, quando per la prima volta alla Radio Vaticana lanciava il suo primo messaggio”. E il Papa mi guardò sorridendo e mi disse: “Sa che ci ho pensato anch’io?”

Il che vuol dire che Papa Benedetto era pienamente consapevole dell’importanza di questa sua presenza in uno dei linguaggi, come quello di Twitter, più utilizzati, specialmente in campo giovanile. E oggi, con Papa Francesco, tutti siamo consapevoli che quella decisione, presa un anno fa, fu lungimirante, positiva. Oggi, abbiamo ormai 11 milioni di follower, ma quello che a noi più interessa è che almeno 60 milioni di persone, attraverso il "retwittaggio" ricevono una parola del Papa, questo breve messaggio, in una situazione di desertificazione spirituale, come diceva Papa Benedetto. Anche una goccia di acqua fresca, dunque, qual è un tweet - 140 caratteri - ha una sua valenza, una sua importanza.


D. – Qual è, secondo lei, il contributo specifico che "Pontifex" sta dando allo sforzo di evangelizzazione del cosiddetto "continente digitale"?

R. - Anche in questo continente deve risuonare la parola di Gesù. Anche perché molti dei suoi abitanti, se non trovano la Parola di Gesù in questo contesto, non la troveranno da altre parti. E credo che questa sia la sfida per tutti noi. Qui direi che dobbiamo riscoprire come ognuno di noi sia presente in questo contesto ambientale, dobbiamo assumere una dimensione missionaria che non è proselitismo. Nel contesto del "continente digitale", dobbiamo far sì che questa parola risuoni. Faccio mio un pensiero di Benedetto XVI, quando parlava delle "Reti sociali". Il Papa diceva che il problema non è di fare citazioni formali del Vangelo, ma nella Rete, in questo ambiente, devono essere presenti valutazioni e testimonianze personali. Direi quasi che i discepoli del Signore dovrebbero far presente in questa contestualità quella che è la sintesi tra la loro fede e la loro vita.

D. - Nella Evangelii gaudium, Papa Francesco esorta a essere audaci e creativi nel linguaggio. I social network possono aiutare in questo impegno, secondo lei?

R. – Credo che la grande sfida per noi, oggi, sia quella di annunciare il Vangelo con un linguaggio che gli uomini e le donne di oggi possano comprendere. Papa Francesco, nella sua Esortazione apostolica, dedica molte pagine e riflessioni al tema del linguaggio, perché il grande rischio è che addirittura il messaggio stesso possa essere travisato. Il Papa dice che potremmo annunciare un "Dio falso", con tutte le buone intenzioni che possiamo avere in cuore. Alle volte, il rischio è proprio che il linguaggio cambi il messaggio. Allora ecco qui il bisogno di poter utilizzare invece un linguaggio che gli uomini di oggi riescano a capire. 

D. – Proprio, nei giorni scorsi, parlando alla Plenaria dei laici, Papa Francesco ha detto che la presenza della Chiesa in Internet è indispensabile, perché la tecnologia non basta...

R. – Io penso che il Papa abbia ricordato a tutti noi che oggi comunicazione non è solamente sforzo tecnologico. Credo che dobbiamo riscoprire che alla base della nostra comunicazione c’è una visione di Chiesa e Papa Francesco sta invitando tutti noi a una conversione pastorale, nel senso che siamo chiamati a dare un volto a questa Chiesa, un volto più attento, più vicino all’uomo e alla donna di oggi, che camminano per le strade difficili di questo mondo. Papa Francesco invita a dare vita a una cultura dell’incontro. Anzi, proprio il tema da lui scelto per la prossima Giornata mondiale della comunicazione è “Una comunicazione per una cultura dell’incontro”. E’ una Chiesa che va incontro all’uomo, che mostra la sua simpatia per l’uomo, che è accanto all’uomo: che non impone, ma propone, che sa dialogare rispettosamente con tutti. La sottolineatura è qui: una comunicazione che si fa incontro con l’uomo di oggi.



Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/12/11/un_anno_di_@pontifex._mons._celli:_lungimirante_la_scelta_di/it1-754453 
del sito Radio Vaticana 


   



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
22/12/2013 23:39

[SM=g27998] COMMOVENTE, Benedetto all'Ospedale Gemelli raccontato dai Primari dell'Ospedale, immagini bellissime.....

www.youtube.com/watch?v=y_MoYCepFZU



[SM=g27985]


[SM=g27998]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
13/09/2014 21:19


l'allora bambina Alessandra Marra cade letteralmente in estasi allor quando il santo Vescovo Ratzinger, le rivolse uno sguardo celestiale  è una delle foto più belle IN ASSOLUTO che abbia mai visto con Ratzinger.... ed è una gioia immensa che mi è dato di poterla condividere.... Grazie Alessandra, grazie di  è una condivisione di vera e profonda serenità, tenerezza e bellezza!!!




                   

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com