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Regina Coeli 2005 - Angelus 2005

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2013 14:25
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Sesso: Femminile
18/04/2013 14:17


[SM=g27998]  SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Martedì, 1° novembre 2005

Angelus, 1° novembre 2005, Solennità di Tutti i Santi
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Cari fratelli e sorelle!

Celebriamo oggi la solennità di Tutti i Santi, che ci fa gustare la gioia di far parte della grande famiglia degli amici di Dio, o, come scrive san Paolo, di "partecipare alla sorte dei santi nella luce" (Col 1,12). La Liturgia ripropone l’espressione colma di meraviglia dell’apostolo Giovanni: "Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!" (1 Gv 3,1). Sì, diventare santi significa realizzare pienamente quello che già siamo in quanto elevati, in Cristo Gesù, alla dignità di figli adottivi di Dio (cfr Ef 1,5; Rm 8,14-17). Con l’incarnazione del Figlio, la sua morte e risurrezione, Dio ha voluto riconciliare a Sé l’umanità ed aprirla alla condivisione della stessa sua vita. Chi crede in Cristo Figlio di Dio rinasce "dall’alto", è come rigenerato per opera dello Spirito Santo (cfr Gv 3,1-8). Questo mistero si attua nel sacramento del Battesimo, mediante il quale la madre Chiesa dà alla luce i "santi".

La vita nuova, ricevuta nel Battesimo, non è soggetta alla corruzione e al potere della morte. Per chi vive in Cristo la morte è il passaggio dal pellegrinaggio terreno alla patria del Cielo, dove il Padre accoglie tutti i suoi figli, "di ogni nazione, razza, popolo e lingua", come leggiamo oggi nel Libro dell’Apocalisse (7,9). Per questo è molto significativo e appropriato che dopo la festa di Tutti i Santi la Liturgia ci faccia celebrare domani la Commemorazione di tutti i fedeli defunti. La "comunione dei santi", che professiamo nel Credo, è una realtà che si costruisce quaggiù, ma che si manifesterà pienamente quando noi vedremo Dio "così come egli è" (1 Gv 3,2). E’ la realtà di una famiglia legata da profondi vincoli di spirituale solidarietà, che unisce i fedeli defunti a quanti sono pellegrini nel mondo. Un legame misterioso ma reale, alimentato dalla preghiera e dalla partecipazione al sacramento dell’Eucaristia. Nel Corpo mistico di Cristo le anime dei fedeli si incontrano superando la barriera della morte, pregano le une per le altre, realizzano nella carità un intimo scambio di doni. In tale dimensione di fede si comprende anche la prassi di offrire per i defunti preghiere di suffragio, in modo speciale il Sacrificio eucaristico, memoriale della Pasqua di Cristo, che ha aperto ai credenti il passaggio alla vita eterna.

Unendomi spiritualmente a quanti si recano nei cimiteri per pregare per i loro defunti, anch’io domani pomeriggio mi raccoglierò in preghiera nelle Grotte Vaticane presso le tombe dei Papi, che fanno corona al sepolcro dell’apostolo Pietro, e avrò un ricordo speciale per l’amato Giovanni Paolo II. Cari amici, la tradizionale sosta di questi giorni presso le tombe dei nostri defunti sia un’occasione per pensare senza timore al mistero della morte e coltivare quell’incessante vigilanza che ci prepara ad affrontarlo con serenità. Ci aiuti in questo la Vergine Maria, Regina dei Santi, alla quale ora con fiducia filiale ci rivolgiamo.


Dopo l'Angelus:

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana. In questa festa di Tutti i Santi penso alla bimillenaria storia di santità che ha arricchito l’Italia e prego perché prosegua oggi e sempre. Buona giornata!

[SM=g27998]

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 6 novembre 2005

Angelus, 6 novembre 2005
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Cari fratelli e sorelle!

Il 18 novembre 1965 il Concilio Ecumenico Vaticano II approvò la Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione, Dei Verbum, che costituisce una delle colonne portanti dell’intero edificio conciliare. Questo Documento tratta della Rivelazione e della sua trasmissione, dell’ispirazione e dell’interpretazione della Sacra Scrittura e della sua fondamentale importanza nella vita della Chiesa. Raccogliendo i frutti del rinnovamento teologico precedente, il Vaticano II pone al centro Cristo, presentandolo quale "il mediatore e insieme la pienezza di tutta la rivelazione" (n. 2). Infatti il Signore Gesù, Verbo fatto carne, morto e risorto, ha portato a compimento l’opera di salvezza, fatta di gesti e di parole, e ha manifestato pienamente il volto e la volontà di Dio, così che fino al suo ritorno glorioso non è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica (cfr n. 3). Gli Apostoli e i loro successori, i Vescovi, sono i depositari del messaggio che Cristo ha affidato alla sua Chiesa, perché fosse trasmesso integro a tutte le generazioni. La Sacra Scrittura dell’antico e del nuovo Testamento e la sacra Tradizione contengono tale messaggio, la cui comprensione progredisce nella Chiesa sotto l’assistenza dello Spirito Santo. Questa stessa Tradizione fa conoscere il canone integrale dei Libri sacri e li rende rettamente comprensibili e operanti, così che Dio, il quale ha parlato ai Patriarchi e ai Profeti, non cessa di parlare alla Chiesa e, per mezzo di questa, al mondo (cfr n. 8).

La Chiesa non vive di se stessa ma del Vangelo e dal Vangelo sempre trae orientamento per il suo cammino. La Costituzione conciliare Dei Verbum ha impresso un forte impulso alla valorizzazione della Parola di Dio, da cui è derivato un profondo rinnovamento della vita della Comunità ecclesiale, soprattutto nella predicazione, nella catechesi, nella teologia, nella spiritualità e nelle relazioni ecumeniche. È infatti la Parola di Dio che, per l’azione dello Spirito Santo, guida i credenti verso la pienezza della verità (cfr Gv 16,13). Tra i molteplici frutti di questa primavera biblica mi piace menzionare la diffusione dell’antica pratica della lectio divina, o "lettura spirituale" della Sacra Scrittura. Essa consiste nel rimanere a lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi "ruminandolo" come dicono i Padri, e spremendone, per così dire, tutto il "succo", perché nutra la meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vita concreta. Condizione della lectio divina è che la mente ed il cuore siano illuminati dallo Spirito Santo, cioè dallo stesso Ispiratore delle Scritture, e si pongano perciò in atteggiamento di "religioso ascolto".

Questo è l’atteggiamento tipico di Maria Santissima, così come lo mostra emblematicamente l’icona dell’Annunciazione: la Vergine accoglie il Messaggero celeste mentre è intenta a meditare le Sacre Scritture, raffigurate solitamente da un libro che Maria tiene in mano, o in grembo, o sopra un leggìo. È questa anche l’immagine della Chiesa offerta dal Concilio stesso, nella Costituzione Dei Verbum: "In religioso ascolto della Parola di Dio…" (n. 1). Preghiamo perché, come Maria, la Chiesa sia docile ancella della divina Parola e la proclami sempre con ferma fiducia, così che "il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami" (ibid.).


Dopo l'Angelus:

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i gruppi di fedeli provenienti da Pietravolta, Mercato Saraceno, Surbo, Cerreto Sannita, Piedimonte Matese, Santa Caterina Villarmosa e Cercepiccola, come pure la Scuola dell’Infanzia di Città Sant’Angelo e l’UNITALSI di Pietrasanta.

A tutti auguro una buona domenica.
 
[SM=g27998]


ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 13 novembre 2005

Angelus, 13 novembre 2005
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Cari fratelli e sorelle!

Questa mattina nella Basilica di San Pietro sono stati proclamati Beati i servi di Dio Charles De Foucauld, presbitero, Maria Pia Mastena, Fondatrice delle Suore del Santo Volto, e Maria Crocifissa Curcio, Fondatrice della Congregazione delle Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa di Gesù Bambino. Essi vanno ad aggiungersi alla folta schiera di Beati che durante il Pontificato di Giovanni Paolo II sono stati proposti alla venerazione delle Comunità ecclesiali in cui sono vissuti, nella consapevolezza di quanto il Concilio Ecumenico Vaticano II ha fortemente sottolineato, che cioè tutti i battezzati sono chiamati alla perfezione della vita cristiana: sacerdoti, religiosi e laici, ognuno secondo il proprio carisma e la propria specifica vocazione.

In effetti, grande attenzione il Concilio ha posto al ruolo dei fedeli laici, ad essi dedicando un intero capitolo – il quarto – della Costituzione Lumen gentium sulla Chiesa, per definirne la vocazione e la missione, radicate nel Battesimo e nella Cresima e orientate a "cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" (n. 31). Il 18 novembre 1965 i Padri approvarono uno specifico Decreto sull’apostolato dei laici, Apostolicam actuositatem. Esso sottolinea innanzitutto che "la fecondità dell’apostolato dei laici dipende dalla loro unione vitale con Cristo" (ivi, 4), cioè da una robusta spiritualità, alimentata dalla partecipazione attiva alla Liturgia ed espressa nello stile delle beatitudini evangeliche. Per i laici, inoltre, sono di grande importanza la competenza professionale, il senso della famiglia, il senso civico e le virtù sociali. Se è vero che essi sono chiamati individualmente a rendere la loro testimonianza personale, particolarmente preziosa là dove la libertà della Chiesa incontra impedimenti, tuttavia il Concilio insiste sull’importanza dell’apostolato organizzato, necessario per incidere sulla mentalità generale, sulle condizioni sociali e sulle istituzioni (cfr ivi, 18). A questo proposito, i Padri hanno incoraggiato le molteplici associazioni dei laici, insistendo pure sulla loro formazione all’apostolato. Al tema della vocazione e missione dei laici l’amato Papa Giovanni Paolo II ha voluto dedicare l’Assemblea sinodale del 1987, dopo la quale è stata pubblicata l’Esortazione apostolica Christifideles laici.

Concludendo, vorrei ricordare che domenica scorsa, nella Cattedrale di Vicenza, è stata beatificata una madre di famiglia, Eurosia Fabris, detta "Mamma Rosa", modello di vita cristiana nello stato laicale. A tutti Coloro che già sono nella patria celeste, a tutti i nostri Santi e in primo luogo a Maria Santissima ed al suo Sposo Giuseppe, affidiamo l’intero Popolo di Dio, perché cresca in ogni battezzato la consapevolezza di essere chiamato a lavorare con impegno e con frutto nella vigna del Signore.


Dopo l'Angelus:

Si celebra oggi in Italia la Giornata del Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro. Mi unisco alla preghiera e alla lode dei fedeli, specialmente degli agricoltori e delle comunità rurali, invitando tutti a rendere grazie a Dio per i suoi benefici. Auspico che la recente "Nota pastorale" dei Vescovi italiani dedicata al mondo rurale aiuti questa parte così importante della società a conservare il suo ricco patrimonio religioso e culturale, per il bene di tutto il Paese.

Rinnovo il mio saluto ai pellegrini italiani venuti in occasione della beatificazione di Charles de Foucauld, Maria Pia Mastena e Maria Crocifissa Curcio. Con affetto lo estendo al folto gruppo della parrocchia dei Santi Angeli Custodi in Riccione ed a quello proveniente dalle ridenti colline del Monferrato. Saluto inoltre i fedeli provenienti da Pollenza Scalo, Alba Adriatica, Valenzano, Valmontone, Lecce, San Giuseppe Vesuviano, Cagliari e Correggio; come pure il gruppo della Cassa Rurale Romagna Est. Infine, i più vicini: gli amici di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, a due passi dal Vaticano.

A tutti auguro una buona domenica.

[SM=g27998]

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 20 novembre 2005
Solennità di Cristo Re dell'universo

Angelus, 20 novembre 2005, Solennità di Cristo Re dell'universo
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Cari fratelli e sorelle!

Quest’oggi, ultima domenica dell’Anno liturgico, si celebra la solennità di Cristo Re dell’universo. Fin dall’annuncio della sua nascita, il Figlio unigenito del Padre, nato dalla Vergine Maria, viene definito "re", nel senso messianico, cioè erede del trono di Davide, secondo le promesse dei profeti, per un regno che non avrà fine (cfr Lc 1,32-33). La regalità di Cristo rimase del tutto nascosta, fino ai suoi trent’anni, trascorsi in un’esistenza ordinaria a Nazaret. Poi, durante la vita pubblica, Gesù inaugurò il nuovo Regno, che "non è di questo mondo" (Gv 18,36), ed alla fine lo realizzò pienamente con la sua morte e risurrezione. Apparendo risorto agli Apostoli disse: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra" (Mt 28,18): questo potere scaturisce dall’amore, che Dio ha manifestato in pienezza nel sacrificio del suo Figlio. Il Regno di Cristo è dono offerto agli uomini di ogni tempo, perché chiunque crede nel Verbo incarnato "non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). Per questo, proprio nell’ultimo Libro della Bibbia, l’Apocalisse, Egli proclama: "Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine" (Ap 22,13).

"Cristo alfa e omega", così si intitola il paragrafo che conclude la prima parte della Costituzione pastorale Gaudium et spes del Concilio Vaticano II, promulgata 40 anni or sono. In quella bella pagina, che riprende alcune parole del Servo di Dio Papa Paolo VI, leggiamo: "Il Signore è il fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore, la pienezza delle loro aspirazioni". E così prosegue: "Nel suo Spirito vivificati e coadunati, noi andiamo pellegrini incontro alla finale perfezione della storia umana, che corrisponde in pieno col disegno del suo amore: «ricapitolare tutte le cose in Cristo, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1,10)" (GS, n. 45). Alla luce della centralità di Cristo, la Gaudium et spes interpreta la condizione dell’uomo contemporaneo, la sua vocazione e dignità, come pure gli ambiti della sua vita: la famiglia, la cultura, l’economia, la politica, la comunità internazionale. E’ questa la missione della Chiesa ieri, oggi e sempre: annunciare e testimoniare Cristo, perché l’uomo, ogni uomo possa realizzare pienamente la sua vocazione.

La Vergine Maria, che Dio ha associato in modo singolare alla regalità del suo Figlio, ci ottenga di accoglierlo come Signore della nostra vita, per cooperare fedelmente all’avvento del suo Regno di amore, di giustizia e di pace.


Dopo l'Angelus:

Domani, memoria liturgica della Presentazione di Maria Santissima al tempio, si celebra la Giornata pro orantibus, cioè per le comunità religiose di vita contemplativa. A nome di tutta la Chiesa, esprimo gratitudine a quanti consacrano la loro vita alla preghiera nella clausura, offrendo un’eloquente testimonianza del primato di Dio e del suo Regno. Esorto ad essere loro vicini con il nostro sostegno spirituale e materiale.

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i gruppi provenienti da Pera di Fassa, Rimini, Porto San Giorgio, Silvi Marina, Aprilia, Nettuno, Aquino, Cagliari e Calvi. Saluto inoltre l’Azione Cattolica della Diocesi di Oppido-Palmi, l’Associazione Mariana d’Italia, gli sbandieratori e musici di Motta Sant’Anastasia e il Corpo musicale di Nozzano Castello.

Auguro a tutti una buona domenica di Cristo Re.

[SM=g27998]

ANGELUS

[SM=g28004]  I Domenica di Avvento, 27 novembre 2005

Angelus, 27 novembre 2005, I Domenica di Avvento
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Cari fratelli e sorelle!

Con l’odierna domenica inizia l’Avvento, un tempo di grande suggestione religiosa, perché intriso di speranza e di attesa spirituale: ogni volta che la Comunità cristiana si prepara a fare memoria della nascita del Redentore, avverte in se stessa un fremito di gioia, che si comunica in certa misura all’intera società. In Avvento il popolo cristiano rivive un duplice movimento dello spirito: da una parte, alza lo sguardo verso la meta finale del suo pellegrinare nella storia, che è il ritorno glorioso del Signore Gesù; dall’altra, ricordandone con emozione la nascita a Betlemme, si china dinanzi al Presepe. La speranza dei cristiani è rivolta al futuro, ma resta sempre ben radicata in un evento del passato. Nella pienezza dei tempi il Figlio di Dio è nato dalla Vergine Maria: "Nato da donna, nato sotto la legge", come scrive l’apostolo Paolo (Gal 4,4).

Il Vangelo ci invita oggi a restare vigilanti nell’attesa dell’ultima venuta di Cristo. "Vegliate!", dice Gesù, "poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà" (Mc 13,35.37). La breve parabola del padrone partito per un viaggio e dei servi incaricati di farne le veci pone in evidenza quanto sia importante essere pronti ad accogliere il Signore quando, all’improvviso, arriverà. La Comunità cristiana aspetta con ansia la sua "manifestazione", e l’apostolo Paolo, scrivendo ai Corinzi, li esorta a confidare nella fedeltà di Dio e a vivere in modo da essere trovati "irreprensibili" (cfr 1 Cor 1,7-9) nel giorno del Signore. Molto opportunamente, perciò, all’inizio dell’Avvento la liturgia ci pone sulle labbra l’invocazione del Salmo: "Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza" (Sal 84,8).

Potremmo dire che l’Avvento è il tempo in cui occorre che i cristiani risveglino nel loro cuore la speranza di potere, con l’aiuto di Dio, rinnovare il mondo. A questo proposito vorrei ricordare anche oggi la Costituzione del Concilio Vaticano II Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo: è un testo profondamente pervaso di speranza cristiana. Mi riferisco in particolare al n. 39, intitolato "Terra nuova e cielo nuovo". Vi si legge: "Sappiamo dalla rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia (cfr 2 Cor 5,2; 2 Pt 3,13)… Tuttavia l’attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente". I buoni frutti della nostra operosità li ritroveremo, infatti, quando il Cristo consegnerà al Padre il suo regno eterno e universale. Maria Santissima, Vergine dell’Avvento, ci ottenga di vivere questo tempo di grazia vigilanti e operosi nell’attesa del Signore.


 

Dopo l’Angelus

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli provenienti da Arconate, Cava Manara e Carbonara, Reana del Rojale, Pescasseroli e Laurignano di Dipignano. Saluto inoltre il gruppo folcloristico venuto da Aviano, gli Scout di Velletri e gli allievi del Centro di formazione professionale di Taranto. A tutti auguro una serena domenica e un buon cammino di Avvento.

Buona domenica e buon Avvento!

[SM=g27998]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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