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Regina Coeli 2005 - Angelus 2005

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2013 14:25
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Sesso: Femminile
13/04/2013 18:41


BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 3 luglio 2005


Angelus, 3 luglio 2005
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Alcuni giorni or sono ho avuto la gioia di presentare il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Da diversi anni si avvertiva il bisogno di un catechismo breve, che riassumesse in maniera semplice ma completa tutti gli elementi essenziali della dottrina cattolica. La Provvidenza divina ha fatto sì che tale progetto si realizzasse nel giorno stesso in cui è stata introdotta la causa di beatificazione dell’amato Giovanni Paolo II, che ad esso ha dato un impulso determinante. Mentre di ciò rendo grazie al Signore, vorrei, cari fratelli e sorelle, ancora una volta sottolineare l’importanza di questo utile e pratico strumento per l’annuncio di Cristo e del suo vangelo di salvezza.

Nel Compendio, in un ideale dialogo tra maestro e discepolo, viene sintetizzata la più ampia esposizione della fede della Chiesa e della dottrina cattolica contenuta nel Catechismo pubblicato dal mio venerato Predecessore nel 1992. Il Compendio riprende le quattro parti ben legate tra loro, consentendo di cogliere la straordinaria unità del mistero di Dio, del suo disegno salvifico per l’intera umanità, della centralità di Gesù, l’Unigenito Figlio di Dio fatto uomo nel seno della Vergine Maria, morto e risorto per noi. Presente ed operante nella sua Chiesa particolarmente nei Sacramenti, Cristo è la sorgente della nostra fede, il modello d’ogni credente e il Maestro della nostra preghiera.

Cari fratelli e sorelle, quanto è necessario che, in quest’inizio del terzo millennio, l’intera comunità cristiana proclami, insegni e testimoni integralmente le verità della fede, della dottrina e della morale cattolica in maniera unanime e concorde! All’auspicato rinnovamento della catechesi e dell’evangelizzazione possa contribuire anche il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, perché tutti i cristiani - ragazzi, giovani ed adulti, famiglie e comunità -, docili all’azione dello Spirito Santo, diventino in ogni ambiente catechisti ed evangelizzatori, aiutando gli altri ad incontrare Cristo. Lo chiediamo con fiducia alla Vergine Madre di Dio, Stella dell’evangelizzazione.


Dopo l'Angelus

Mercoledì prossimo, 6 luglio, si aprirà a Gleneagles (Scozia) il G-8, cioè, il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi più industrializzati del mondo, che avrà fra le sue priorità l’Africa, un continente spesso trascurato. Auguro di cuore pieno successo a questa importante riunione, auspicando che essa porti a condividere in solidarietà i costi della riduzione del debito, a mettere in atto misure concrete per lo sradicamento della povertà e a promuovere un autentico sviluppo dell’Africa.

Il mio saluto va ora ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai rappresentanti della Scuola materna di Verdellino, al gruppo "Teresa Orsini" di Gravina di Puglia, ai fedeli di Varallo Sesia, alla banda musicale di Castelli Calepio e ai conduttori di auto e moto storiche di Roma.

Rivolgo poi uno speciale saluto ai giovani delle diocesi italiane, che sono saliti sul monte Adamello per venerare la croce eretta sulla Punta "Giovanni Paolo II". Con lo sguardo volto alla ormai prossima Giornata Mondiale della Gioventù, mi unisco a voi, cari amici, raccolti in terra trentina, ai piedi dell’Adamello, per la Santa Messa celebrata da Mons. Angelo Comastri, mio Vicario Generale per la Città del Vaticano. Siate sempre fedeli testimoni, per i vostri coetanei, dell’amore misericordioso di Cristo, che con il sacrificio della croce ha redento il mondo.

Buona Domenica a tutti!

[SM=g27998]

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 10 luglio 2005


Angelus, 10 luglio 2005
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Cari fratelli e sorelle!

Domani ricorre la festa di San Benedetto Abate, Patrono d’Europa, un Santo a me particolarmente caro, come si può intuire dalla scelta che ho fatto del suo nome. Nato a Norcia intorno al 480, Benedetto compì i primi studi a Roma ma, deluso dalla vita della città, si ritirò a Subiaco, dove rimase per circa tre anni in una grotta - il celebre "sacro speco" – dedicandosi interamente a Dio. A Subiaco, avvalendosi dei ruderi di una ciclopica villa dell’imperatore Nerone, egli, insieme ai suoi primi discepoli, costruì alcuni monasteri dando vita ad una comunità fraterna fondata sul primato dell’amore di Cristo, nella quale la preghiera e il lavoro si alternavano armonicamente a lode di Dio. Alcuni anni dopo, a Montecassino, diede forma compiuta a questo progetto, e lo mise per iscritto nella "Regola", unica sua opera a noi pervenuta. Tra le ceneri dell’Impero Romano, Benedetto, cercando prima di tutto il Regno di Dio, gettò, forse senza neppure rendersene conto, il seme di una nuova civiltà che si sarebbe sviluppata, integrando i valori cristiani con l’eredità classica, da una parte, e le culture germanica e slava, dall’altra.

C’è un aspetto tipico della sua spiritualità, che quest’oggi vorrei particolarmente sottolineare. Benedetto non fondò un’istituzione monastica finalizzata principalmente all’evangelizzazione dei popoli barbari, come altri grandi monaci missionari dell’epoca, ma indicò ai suoi seguaci come scopo fondamentale, anzi unico, dell’esistenza la ricerca di Dio: "Quaerere Deum". Egli sapeva, però, che quando il credente entra in relazione profonda con Dio non può accontentarsi di vivere in modo mediocre all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale. Si comprende, in questa luce, allora meglio l’espressione che Benedetto trasse da san Cipriano e che sintetizza nella sua Regola (IV, 21) il programma di vita dei monaci: "Nihil amori Christi praeponere", "Niente anteporre all’amore di Cristo". In questo consiste la santità, proposta valida per ogni cristiano e diventata una vera urgenza pastorale in questa nostra epoca in cui si avverte il bisogno di ancorare la vita e la storia a saldi riferimenti spirituali.

Modello sublime e perfetto di santità è Maria Santissima, che ha vissuto in costante e profonda comunione con Cristo. Invochiamo la sua intercessione, insieme a quella di san Benedetto, perché il Signore moltiplichi anche nella nostra epoca uomini e donne che, attraverso una fede illuminata, testimoniata nella vita, siano in questo nuovo millennio sale della terra e luce del mondo.


Dopo l'Angelus

Proviamo tutti un profondo dolore per gli atroci attentati terroristici di Londra di giovedì scorso. Preghiamo per le persone uccise, per quelle ferite e per i loro cari. Ma preghiamo anche per gli attentatori: il Signore tocchi i loro cuori. A quanti fomentano sentimenti di odio e a quanti compiono azioni terroristiche tanto ripugnanti dico: Dio ama la vita, che ha creato, non la morte. Fermatevi, in nome di Dio!

Domani mi recherò in Valle d’Aosta, dove trascorrerò un breve periodo di riposo. Sarò ospite nella casa che molte volte ha accolto il Papa Giovanni Paolo II. Ringrazio quanti mi accompagneranno con la preghiera, e a voi dico con affetto: "arrivederci!".

Saluto le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore e le Suore di Gesù Buon Pastore - Pastorelle, riunite per i loro Capitoli generali. Care Sorelle, assicuro per voi la mia preghiera, affinché l’impegno di questi giorni sia ricco di frutti per il cammino delle vostre Congregazioni. Saluto anche le Suore Terziarie di San Francesco, che ricordano il terzo centenario della morte della loro fondatrice, Maria Hueber.

Rivolgo infine un pensiero cordiale ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli di Ogliara presso Salerno, ai giovani dell’Azione Cattolica di Surbo, diocesi di Lecce, al Coro "Santa Cecilia" della Cattedrale di Benevento, alla Corale della Basilica Cattedrale di Teramo e ai soci della Cassa Rurale San Cataldo in Sicilia.

Auguro a tutti una buona domenica.


[SM=g27998]

ANGELUS

Les Combes (Valle d'Aosta)
Domenica, 17 luglio 2005


Angelus, 17 luglio 2005 - Les Combes (Valle d'Aosta)
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

 

Cari fratelli e sorelle!

Da alcuni giorni mi trovo qui, tra le stupende montagne della Valle d'Aosta, dove è ancora vivo il ricordo dell'amato mio Predecessore Giovanni Paolo II, che per diversi anni vi ha trascorso brevi soggiorni distensivi e tonificanti. Questa pausa estiva è un dono di Dio davvero provvidenziale, dopo i primi mesi dell'esigente servizio pastorale che la Provvidenza divina mi ha affidato. Ringrazio di cuore il Vescovo di Aosta, il caro Mons. Giuseppe Anfossi e anche il Metropolita, il caro Cardinale Poletto di Torino, e quanti l'hanno resa possibile, come pure coloro che con discrezione e generosa abnegazione vigilano perché tutto si svolga con serenità. Sono inoltre riconoscente alla popolazione locale e ai turisti per la loro cordiale accoglienza.

Nel mondo in cui viviamo, diventa quasi una necessità potersi ritemprare nel corpo e nello spirito, specialmente per chi abita in città, dove le condizioni di vita, spesso frenetiche, lasciano poco spazio al silenzio, alla riflessione e al distensivo contatto con la natura. Le vacanze sono, inoltre, giorni nei quali ci si può dedicare più a lungo alla preghiera, alla lettura e alla meditazione sui significati profondi della vita, nel contesto sereno della propria famiglia e dei propri cari. Il tempo delle vacanze offre opportunità uniche di sosta davanti agli spettacoli suggestivi della natura, meraviglioso "libro" alla portata di tutti, grandi e piccini. A contatto con la natura, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura, piccola ma al tempo stesso unica, "capace di Dio" perché interiormente aperta all'Infinito. Sospinta dalla domanda di senso che le urge nel cuore, essa percepisce nel mondo circostante l'impronta della bontà, della bellezza e della provvidenza divina e quasi naturalmente si apre alla lode e alla preghiera.

Recitando insieme l'Angelus da questa amena località alpina, chiediamo alla Vergine Maria di insegnarci il segreto del silenzio che si fa lode, del raccoglimento che dispone alla meditazione, dell'amore per la natura che fiorisce in ringraziamento a Dio. Potremo così più facilmente accogliere nel cuore la luce della Verità e praticarla nella libertà e nell'amore.


Dopo l'Angelus

Desidero aggiungere ancora qualche parola di ringraziamento e di saluto. Penso anzitutto alla Chiesa particolare in cui mi trovo, l'antica Diocesi di Aosta: in questi giorni prego spesso per il Vescovo, che ringrazio di nuovo, per i sacerdoti, i religiosi e le religiose, per le famiglie. A tutta la comunità della Valle d'Aosta assicuro il mio ricordo al Signore, specialmente per i malati e per quanti soffrono.

Saluto con riconoscenza i Sacerdoti Salesiani, che mi accolgono nella loro casa, le Autorità dello Stato e della Regione e l'Amministrazione comunale di Introd.

Uno speciale pensiero rivolgo alle Suore della Congregazione di San Giuseppe di Aosta, Pinerolo e Cuneo, esprimendo il mio apprezzamento per la missione che svolgono ed assicurando la mia preghiera per lo svolgimento dei lavori capitolari.

Sono presenti oggi gli operai e le maestranze della TECDIS e di altre industrie della Valle d'Aosta. Conosco le vostre presenti difficoltà: voi temete il venir meno delle condizioni di lavoro che rendono possibile la fondazione e la continuità delle famiglie. Carissimi, nell'esprimervi la mia solidarietà, auspico un forte impegno da parte di tutte le istanze responsabili nella ricerca di una soddisfacente soluzione agli attuali problemi.

Mi rivolgo adesso agli ammalati con particolare amore. Sarebbe mio desiderio dare la mano a ciascuno di voi. Purtroppo però siete molto dispersi. Potete essere sicuri che vi abbraccio nel mio cuore e nelle mie preghiere. Voi siete sempre presenti al Signore e sempre abbracciati dal suo amore.

Mi rivolgo poi a tutti voi, in modo particolare a voi giovani, che siete venuti per questo mio primo Angelus in montagna. Spiritualmente siamo già in cammino verso Colonia. Ci vediamo a Colonia. A tutti auguro una buona domenica e un proficuo periodo di vacanza.

Bon dzor ii valdotén presen. Merci d’iitre seuglia.

[Buongiorno ai valdostani presenti. Grazie di essere venuti]

Pudzo

[saluto tipico amicale].

[SM=g27998]

ANGELUS

Les Combes (Valle d'Aosta)
Domenica, 24 luglio 2005


Angelus, 24 luglio 2005 - Les Combes (Valle d'Aosta)
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Cari fratelli e sorelle!

Innanzitutto una parola di cordiale ringraziamento per le parole rivoltemi dal Vescovo di Aosta, Mons. Giuseppe Anfossi. Egli ha giustamente parlato delle gioie di questa vita, della bellezza delle creature e del Creatore, ma ha parlato anche delle sofferenze: vediamo la violenza, la forza dell’odio nel mondo e ne soffriamo. Affidiamo tutte queste nostre sofferenze e le sofferenze del mondo alla bontà di Nostro Signore. E troviamo anche forza pensando alle grandi figure dei santi che hanno vissuto la loro vita in circostanze simili e ci mostrano la strada da prendere. Cominciamo con il santo di domani, l’apostolo San Giacomo, fratello di Giovanni, che è stato il primo martire degli apostoli. Era uno dei tre più vicini al Signore ed ha partecipato sia alla Trasfigurazione sul Monte Tabor - con la sua bellezza, in cui appariva lo splendore della divinità del Signore -; sia all’angoscia, all’ansia del Signore sul Monte degli Ulivi, e così ha conosciuto anche che il Figlio di Dio, per portare il peso del mondo, ha sperimentato tutta la nostra sofferenza ed è solidale con noi. Voi sapete che le reliquie di San Giacomo si venerano nel celebre santuario di Compostela, in Galizia, in Spagna, meta di innumerevoli pellegrini di ogni parte d’Europa. Ieri abbiamo ricordato Santa Brigida di Svezia, Patrona d’Europa. L’11 luglio scorso si è celebrato San Benedetto, altro grande Patrono del "vecchio continente" e, come sapete, mio patrono da quando sono stato eletto al ministero di Pietro. Guardando a questi Santi, viene spontaneo soffermarsi a riflettere proprio in questo momento storico con tutti i suoi problemi sul contributo che il cristianesimo ha dato e continua ad offrire alla costruzione dell’Europa.

Vorrei farlo riandando col pensiero al pellegrinaggio che il mio amato predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II fece, nel 1982, a Santiago de Compostela, dove compì un solenne "Atto europeistico", nel corso del quale pronunciò queste memorabili parole, di grandissima attualità che io ripeto adesso: "Io, Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, da Santiago ti rivolgo, o vecchia Europa, un grido pieno d’amore: Torna a te medesima, sii te stessa! Scopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Rivivi quei valori autentici che hanno fatto gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza tra gli altri continenti" (Insegnamenti, vol. V/3, 1982, p. 1260). Giovanni Paolo II lanciò allora il progetto di un’Europa consapevole della propria unità spirituale poggiante sul fondamento dei valori cristiani. Su questo tema egli tornò in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù del 1989, che si svolse proprio a Santiago de Compostela. Auspicò un’Europa senza frontiere, che non rinneghi le radici cristiane sulle quali è sorta e non rinunci all’autentico umanesimo del Vangelo di Cristo! (cfr Insegnamenti, vol. XII/2, 1989, p. 328). Quanto attuale resta questo suo appello, alla luce degli eventi recenti del continente europeo!

Tra meno di un mese, anch’io mi recherò pellegrino in una storica Cattedrale europea, quella di Colonia, dove i giovani si sono dati appuntamento per la loro XX Giornata Mondiale. Preghiamo perché le nuove generazioni, attingendo la loro linfa vitale da Cristo, sappiano essere nelle società europee fermento di un rinnovato umanesimo, nel quale fede e ragione cooperino in fecondo dialogo alla promozione dell’uomo e all’edificazione dell’autentica pace. Lo chiediamo a Dio per intercessione di Maria Santissima, che veglia come Madre e Regina sul cammino di tutte le nazioni.


Dopo l'Angelus

Anche questi giorni di serenità e riposo sono stati turbati dalle tragiche notizie di esecrandi attentati terroristici, che hanno causato morte, distruzione e sofferenza in vari Paesi quali l’Egitto, la Turchia, l’Iraq, la Gran Bretagna. Mentre affidiamo alla divina bontà i defunti, i feriti e i loro cari, vittime di tali gesti che offendono Dio e l’uomo, invochiamo l’Onnipotente affinché fermi la mano assassina di coloro che, mossi da fanatismo e odio, li hanno commessi e ne converta i cuori a pensieri di riconciliazione e di pace.

Rivolgo infine il mio cordiale saluto a tutti voi, cari amici di lingua italiana, valligiani e villeggianti. Vorrei dire grazie di cuore per l’amicizia e per l’affetto con il quale mi accompagnate. In particolare ai membri di Comunione e Liberazione di Milano e di Torino, della Puglia, ai giovani di Ivrea, venuti con il loro Vescovo, che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù, alla squadra di calcio "Reggina", ai ragazzi dell’Azione Cattolica di Tortona, a quelli degli Oratori di Saronno e di altri Oratori e ai gruppi di Potenza e di Chiavari. Ci siamo già incontrati sul Monte Bianco. Vi ringrazio per essere venuti a trovarmi e vi auguro ogni bene. Buona domenica! Buona settimana! Buone vacanze!

Bon dzor ii valdotén. Ni fran paasu de dzente vacanse seuglia ii Coumbe. Merci à tcheutte!

[Buongiorno ai valdostani. Sto passando delle belle vacanze qui a Les Combes. Grazie a tutti!]

Pudzo!

[Saluto tipico amicale]

[SM=g27998]

ANGELUS

Castel Gandolfo
Domenica, 31 luglio 2005


Angelus, 31 luglio 2005 - Castel Gandolfo
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

 

Dopo i giorni trascorsi in montagna, in Valle d'Aosta, sono contento quest'oggi di essere tra voi, cari Castellani, che siete sempre tanto ospitali con il Papa. Vi saluto tutti con affetto, incominciando dal Vescovo di Albano, dal Parroco e dagli altri Sacerdoti di Castel Gandolfo. Saluto il Sindaco, l'Amministrazione Comunale e le altre Autorità presenti ed allargo il mio affettuoso pensiero al Direttore ed al Personale delle Ville Pontificie, come pure all'intera popolazione di questa ridente e serena cittadina. Un saluto particolarmente caloroso va ai pellegrini venuti da tante parti a farmi visita. È per me il primo soggiorno estivo che trascorro qui, a Castel Gandolfo: ringrazio per la festosa accoglienza che mi è stata riservata giovedì scorso e che viene confermata anche oggi.

Si avvicina la ventesima Giornata Mondiale della Gioventù, e noi siamo già in viaggio. Questa Giornata, come sappiamo, si svolgerà a Colonia, e alla quale, a Dio piacendo, parteciperò anch'io - anche se non sono più giovane, ma il cuore è giovane - dal giovedì 18 alla domenica 21 agosto prossimi. Da ogni parte d'Europa e del mondo, nei prossimi giorni, si metteranno in viaggio verso la Germania gruppi di ragazzi e ragazze sull'esempio dei santi Magi, come suggerisce il tema: "Siamo venuti per adorarlo" (Mt 2, 2). Vorrei invitare i giovani credenti del mondo intero, anche quanti non potranno prendere parte a così straordinario evento ecclesiale, ad unirsi in un comune pellegrinaggio spirituale verso le sorgenti della nostra fede. Secondo la felice intuizione dell'amato Papa Giovanni Paolo II, la Giornata Mondiale della Gioventù costituisce un privilegiato incontro con Cristo, nella salda consapevolezza che solo Lui offre agli esseri umani pienezza di vita, di gioia e di amore. Ogni cristiano è chiamato ad entrare in comunione profonda con il Signore crocifisso e risorto, ad adorarlo nella preghiera, nella meditazione e soprattutto nella devota partecipazione all'Eucaristia, almeno alla Domenica, piccola "Pasqua settimanale". Si diventa in tal modo veri suoi discepoli, pronti ad annunciare e testimoniare in ogni momento la bellezza e la forza rinnovatrice del Vangelo.

La Vergine Madre del Redentore, di cui nel mese di agosto ricorderemo l'Assunzione al Cielo, vegli su quanti si preparano a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Lei, che sempre ci precede nel pellegrinaggio della fede, guidi in maniera speciale i giovani nella ricerca del vero bene e dell'autentica gioia.


Dopo l'Angelus

Come sapete, nei giorni scorsi l'Irish Republican Army (IRA) dell'Irlanda del Nord ha annunciato di aver formalmente ordinato la fine della lotta armata in favore dell'uso esclusivo di trattative pacifiche. È una bella notizia, che contrasta con le dolorose vicende di cui siamo quotidianamente testimoni in tante parti del mondo e che giustamente ha suscitato soddisfazione e speranza in quell'isola e nell'intera comunità internazionale. Da parte mia, sono particolarmente lieto di unirmi a tali sentimenti. Inoltre incoraggio tutti, senza eccezioni, a continuare a percorrere con coraggio il cammino tracciato e a intraprendere ulteriori passi che permettano di rafforzare la fiducia reciproca, promuovere la riconciliazione e consolidare le trattative verso una pace giusta e duratura. Lo faccio con lo stesso vigore con cui il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II a Drogheda, nel settembre del 1979, implorava di allontanarsi dai sentieri della violenza e di tornare sulle vie della pace. All'intercessione di Maria SS.ma, a san Patrizio e a tutti i santi d'Irlanda affidiamo la nostra comune preghiera per questa intenzione.

Infine saluto i pellegrini italiani - che sono la grande maggioranza come sentiamo -, in particolare i gruppi provenienti da Villa Castelli, Surbo, Taranto, Troina, Torre di Quartesolo, come pure i partecipanti al Convegno della Fondazione Rui e i ragazzi di Montoro Superiore.

Auguro a tutti voi una buona domenica e una buona settimana. Grazie per l'affetto e per l'amicizia.

 

Nel dare il benvenuto ai vari gruppi linguistici il Papa ha anche scherzato con i pellegrini di espressione spagnola: "sanno farsi sentire", ha detto in italiano rispondendo ai cori intonati da alcune religiose. Quindi Benedetto XVI ha voluto complimentarsi per l'esecuzione di un canto dell'"Alleluia" da parte di una corale giovanile ucraina:  "bravi - ha detto - grazie per questo canto perfetto".



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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