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Il Nuovo Catechismo impegno fruttuoso di Ratzinger

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2013 23:02
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Sesso: Femminile
26/03/2013 23:02

Può forse meravigliare il ruolo relativamente ridotto, che ha la cristologia nella strutturazione dell'etica del Catechismo. Nei manuali del tempo preconciliare l'orientamento al pensiero giusnaturalista era stato largamente predominante. Il movimento di rinnovamento del periodo fra le due guerre aveva invece spinto con forza verso una concezione propriamente teologica della morale e proposto come suo principio strutturante la sequela di Cristo o anche semplicemente l'amore come luogo onnicomprensivo di ogni agire morale.

La costituzione conciliare sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et spes) aveva appoggiato questa presa di distanza dal pensiero puramente giusnaturalista e sottolineato la cristologia, in particolare il mistero pasquale come centro di una morale cristiana. Si sarebbe dovuto finalmente sviluppare una morale autenticamente biblica - questo era l'imperativo, che si evinceva dal Concilio, anche se la menzionata Costituzione nei singoli temi fa uso poi in realtà ampiamente di forme di argomentazione razionali e non intendeva vincolarsi ad una pura morale della rivelazione - già per il fatto che si trattava proprio di un dialogo con il mondo moderno non cristiano su tutti i valori comuni essenziali. Se nondimeno le linee fondamentali del Concilio possono essere designate come un rivolgersi ad una morale interpretata in modo essenzialmente biblico, cristocentrico, tuttavia nel tempo postconciliare si è compiuto molto presto un capovolgimento radicale: la Bibbia non potrebbe assolutamente trasmettere nessuna morale "categoriale"; i contenuti della morale dovrebbero essere sempre mediati in modo puramente razionale.

L'importanza della Bibbia si troverebbe sul piano delle motivazioni, non dei contenuti. Così dal punto di vista del contenuto la Bibbia e con essa la cristologia scompariva dalla teologia morale in un modo ancor più radicale, di quanto non era stato prima. La differenza con il tempo preconciliare consisteva nel fatto che ora si rinunciava per altro anche all'idea del diritto naturale e della legge morale naturale, che aveva pur sempre conservato la fede nella creazione come base della teologia morale. Ci si rivolse invece ad una morale calcolatrice, che ultimamente poteva prendere a criterio solo i presumibili effetti dell'azione e al riguardo si estendeva il principio della pnderazione dei beni all'insieme dell'agire morale.
In questa difficile situazione l'Enciclica Veritatis splendor ha offerto chiarificazioni fondamentali sul proprium della morale cristiana così come sul retto rapporto fra fede e ragione nell'elaborazione delle norme etiche. Il Catechismo - senza pretese sistematiche - ha preparato queste decisioni. Il principio cristologico è presente tanto a partire dal tema della felicità (beatitudini) come di quello dell'antropologia, del tema di legge e grazia e proprio anche nel Decalogo, nella misura in cui il concetto di alleanza contiene l'ultima concretizzazione dell'alleanza nella persona della parola incarnata e della sua nuova interpretazione del Decalogo.

Ma il Catechismo non intese elaborare un sistema chiuso. Nella ricerca di un'etica cristologicamente ispirata occorre anche sempre tenere presente che Cristo è il Logos incarnato, che egli vuole dunque ridestare a se stessa proprio la nostra ragione. La funzione originaria del Decalogo - ricordarci della profondità ultima della nostra ragione - non è abolita dall'incontro con Cristo, ma solo condotta alla sua piena maturità. Un'etica, che nell'ascolto della rivelazione vuole essere anche autenticamente razionale, risponde proprio così all'incontro con Cristo, che la nuova alleanza ci dona.

Chi ricerca nel Catechismo un nuovo sistema teologico o nuove sorprendenti ipotesi, sarà deluso. Questo tipo di attualità non è preoccupazione del Catechismo. Esso offre, attingendola alla Sacra Scrittura e alla ricchezza complessiva della tradizione nelle sue molteplici forme così come ispirandosi al Concilio Vaticano II, una visione organica della totalità della fede cattolica, che è bella proprio come totalità - di una bellezza, nella quale riluce lo splendore della verità. L'attualità del Catechismo è l'attualità della verità nuovamente detta e nuovamente pensata. Questa attualità resterà tale ben al di là dei mormorii dei suoi critici.

[SM=g27998]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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