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Il Nuovo Catechismo impegno fruttuoso di Ratzinger

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2013 23:02
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26/03/2013 22:50

Attualità dottrinale del Catechismo della Chiesa Cattolica,

dopo 10 anni dalla sua pubblicazione

Joseph Cardinal Ratzinger

 

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, che Papa Giovanni Paolo II consegnò alla Cristianità l'11 ottobre 1992 con la Costituzione Apostolica "Fidei Depositum", veniva incontro da una parte ad una attesa, che era viva in tutte le parti della Chiesa; ma dall'altra si scontrò con un muro di scetticismo, anzi di rifiuto in parti del mondo intellettuale cattolico occidentale.

Dopo la svolta epocale del Concilio Vaticano II gli strumenti catechetici fino ad allora utilizzati apparivano come insufficienti, non più all'altezza della coscienza di fede, come essa si era espressa nel Concilio. Ebbe inizio una molteplice sperimentazione - analogamente a quanto avveniva per la liturgia. Pur con tutte le cose valide, che si potevano riscontrare in singole pubblicazioni, mancava tuttavia una visione dell'insieme. Sembrava divenuto problematico comprendere che cosa era ancora valido dopo la grande svolta. Così pastori e fedeli attendevano un nuovo testo di riferimento, al quale potesse orientarsi la catechesi e nel quale ridiventasse visibile la sintesi della dottrina cattolica secondo le linee tracciate dal Concilio.

Una parte dei teologi e degli specialisti della catechesi vi era contraria per il comprensibile desiderio dell'intellettuale di poter sperimentare il più possibile in uno spazio libero. La certezza di fede appariva come in contrasto con la libertà e l'apertura della riflessione che progredisce sempre.

Ma la fede non è innanzitutto un materiale per esperimenti intellettuali, ma il solido fondamento - l'ipostasi, dice la Lettera agli Ebrei (11, 1) -, sul quale possiamo vivere e morire. E come la scienza non è intralciata dalle certezze raggiunte, ma anzi le certezze raggiunte sono la condizione del suo progresso, così anche le certezze, che la fede ci dona, aprono sempre nuovi orizzonti, mentre il continuo girare su se stessi della riflessione sperimentale finisce con l'annoiare.

In questa situazione vi fu da una parte una grande gratitudine per il Catechismo, alla cui preparazione avevano collaborato tutte le componenti della Chiesa, vescovi, sacerdoti e laici; dall'altra anche un ostile rifiuto, che trovava sempre nuove motivazioni. Le supposte centralistiche modalità di preparazione vennero criticate, ciò che semplicemente va con tutta evidenza contro la verità storica. Il contenuto stesso fu bollato come statico, dogmatista, "preconciliare".
Il Catechismo non avrebbe avuto consapevolezza dello sviluppo teologico, in particolare esegetico dell'ultimo secolo, così fu detto; non sarebbe ecumenico; non sarebbe dialogico, ma apodittico-affermativo. Non si potrebbe perciò parlare di un'attualità dottrinale - non allora, dieci anni fa, e oggi naturalmente ancora meno.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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