Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Altri sacramenti e sacramentali: Battesimo

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2013 12:23
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 826
Sesso: Femminile
20/03/2013 22:28

Benedetto XVI, Omelia Festa del Battesimo del Signore, Cappella Sistina, 7 gennaio 2007

Il rito del Battesimo di questi bambini si svolge nel giorno in cui celebriamo la festa del Battesimo del Signore, ricorrenza che, come dicevo, chiude il tempo natalizio. Abbiamo ascoltato poco fa il racconto dell’evangelista Luca, che presenta Gesù confuso tra la gente, mentre si reca da Giovanni Battista per essere battezzato. Ricevuto anche Lui il battesimo, “stava, ci dice san Luca, in preghiera” (3,21). Gesù parla col Padre suo. E siamo sicuri che Egli ha parlato non solo per sé, ma anche di noi e per noi; ha parlato anche di me, di ognuno di noi e per ognuno di noi. E poi l’evangelista ci dice che sopra il Signore in preghiera si aprì il cielo. Gesù entra in contatto col Padre, il cielo è aperto su di Lui. In questo momento possiamo pensare che il cielo sia aperto anche qui, sopra questi nostri bambini che, per il sacramento del Battesimo, entrano in contatto con Gesù. Il cielo si apre sopra di noi nel Sacramento. Quanto più viviamo in contatto con Gesù nella realtà del nostro Battesimo, tanto più il cielo si apre sopra di noi. E dal cielo - ritorniamo al Vangelo -in quel giorno venne una voce che disse a Gesù: “Tu sei il mio figlio prediletto” (Lc 3,22). Nel Battesimo, il Padre celeste ripete queste parole anche per ognuno di questi bambini. Egli dice: “Tu sei il mio figlio”. Il Battesimo è adozione e assunzione nella famiglia di Dio, nella comunione con la Santissima Trinità, nella comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito Santo. Proprio per questo il Battesimo va amministrato nel nome della Santissima Trinità. Queste parole non sono solo una formula;  sono realtà. Segnano il momento in cui i vostri bambini rinascono come figli di Dio. Da figli di genitori umani, diventano anche figli di Dio nel Figlio del Dio vivente. 

Ma dobbiamo adesso meditare una parola della seconda lettura di questa liturgia nella quale san Paolo ci dice: Siamo salvati “per la misericordia di Dio mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo” (Tt 3,5). Un lavacro di rigenerazione. Il Battesimo non è soltanto una parola; non è solamente una cosa spirituale, ma implica anche la materia. Tutta la realtà della terra viene coinvolta. Il Battesimo non concerne solo l’anima. La spiritualità dell’uomo investe l’uomo nella sua totalità, corpo e anima. L’azione di Dio in Gesù Cristo è un’azione ad efficacia universale. Cristo assume la carne e questo continua nei sacramenti nei quali la materia viene assunta ed entra a far parte dell’azione divina.           

Adesso possiamo chiedere perché proprio l’acqua sia il segno di questa totalità. L’acqua è l’elemento della fecondità. Senza l’acqua non c’è vita. E così, in tutte le grandi religioni l’acqua è vista come il simbolo della maternità, della fecondità. Per i Padri della Chiesa, l’acqua diventa il simbolo del grembo materno della Chiesa. In uno scrittore ecclesiastico del II-III secolo, Tertulliano, si trova una parola sorprendente. Egli dice: “Cristo non è mai senza acqua”. Con queste parole Tertulliano voleva dire che Cristo non è mai senza la Chiesa. Nel Battesimo siamo adottati dal Padre celeste, ma in questa famiglia che Egli si costituisce c’è anche una madre, la madre Chiesa. L’uomo non può avere Dio come Padre, dicevano già gli antichi scrittori cristiani, se non ha anche la Chiesa come madre. Vediamo così nuovamente come il cristianesimo non sia una realtà solo spirituale, individuale, una semplice decisione soggettiva che io prendo, ma sia qualcosa di reale, di concreto, potremmo dire qualcosa anche di materiale. La famiglia di Dio si costruisce nella realtà concreta della Chiesa. L’adozione a figli di Dio, del Dio trinitario, è contemporaneamente assunzione nella famiglia della Chiesa, inserimento come fratelli e sorelle nella grande famiglia dei cristiani. E solo se, in quanto figli di Dio, ci inseriamo come fratelli e sorelle nella realtà della Chiesa, possiamo dire “Padre nostro” al nostro Padre celeste. Questa preghiera suppone sempre il “noi” della famiglia di Dio. 

Ma adesso, dobbiamo ritornare al Vangelo dove Giovanni Battista dice: “Io vi battezzo con l’acqua, ma dopo di me viene uno più forte di me che vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco” (Lc 3,16). Abbiamo visto l’acqua; adesso però s’impone la domanda: in che cosa consiste il fuoco a cui san Giovanni Battista accenna? Per vedere questa realtà del fuoco, presente nel Battesimo con l’acqua, dobbiamo osservare che il Battesimo di Giovanni era un gesto umano, un atto di penitenza, un protendersi dell’uomo verso Dio per chiedere il perdono dei peccati e la possibilità di iniziare una nuova esistenza. Era solo un desiderio umano, un andare verso Dio con le proprie forze. Ora, questo non è sufficiente. La distanza sarebbe troppo grande. In Gesù Cristo vediamo che Dio ci viene incontro. Nel Battesimo cristiano, istituito da Cristo, non agiamo solo noi con il desiderio di essere lavati, con la preghiera di ottenere il perdono. Nel Battesimo agisce Dio stesso, agisce Gesù mediante lo Spirito Santo. Nel Battesimo cristiano è presente il fuoco dello Spirito Santo. Dio agisce, non soltanto noi. Dio è presente qui, oggi. Egli assume e rende suoi figli i vostri bambini. 

Ma, naturalmente, Dio non agisce in modo magico. Agisce solo con la nostra libertà. Non possiamo rinunciare alla nostra libertà. Dio interpella la nostra libertà, ci invita a cooperare col fuoco dello Spirito Santo. Queste due cose debbono andare insieme. Il Battesimo rimarrà per tutta la vita dono di Dio, il quale ha messo il suo sigillo nelle nostre anime. Ma sarà poi la nostra cooperazione, la disponibilità della nostra libertà a dire quel “si” che rende efficace l’azione divina.

Questi bambini vostri, che ora battezzeremo, sono ancora incapaci di collaborare, di manifestare la loro fede. Per questo assume valore e significato particolare la vostra presenza, cari papà e mamme, e la vostra, cari padrini e madrine. Vegliate sempre su questi vostri piccoli, perché crescendo apprendano a conoscere Dio, ad amarlo con tutte le forze e a servirlo fedelmente. Siate per loro i primi educatori nella fede, offrendo insieme con gli insegnamenti anche gli esempi di una coerente vita cristiana. Insegnate loro a pregare e a sentirsi membri attivi della concreta famiglia di Dio, della comunità ecclesiale. 

Un aiuto importante potrà offrirvi lo studio attento del Catechismo della Chiesa Cattolica o del Compendio di tale Catechismo. Esso contiene gli elementi essenziali della nostra fede e potrà essere strumento quanto mai utile e immediato per crescere voi stessi nella conoscenza della fede cattolica e per poterla trasmettere integralmente e fedelmente ai vostri figli. Soprattutto, non dimenticate che è la vostra testimonianza, è il vostro esempio a incidere maggiormente sulla maturazione umana e spirituale della libertà dei vostri bambini. Pur presi dalle quotidiane attività spesso vorticose, non tralasciate di coltivare, personalmente e in famiglia, la preghiera che costituisce il segreto della perseveranza cristiana.



[SM=g27998]

Benedetto XVI, Omelia Veglia Pasquale, Basilica Vaticana, Sabato Santo, 22 marzo 2008 

Cari amici, così appare evidente, che le parole misteriose di Gesù nel Cenacolo ora -mediante il Battesimo -si rendono per voi di nuovo presenti. Nel Battesimo il Signore entra nella vostra vita per la porta del vostro cuore. Noi non stiamo più uno accanto all’altro o uno contro l’altro. Egli attraversa tutte queste porte. È questa la realtà del Battesimo: Egli, il Risorto, viene, viene a voi e congiunge la vita sua con quella vostra, tenendovi dentro al fuoco aperto del suo amore. Voi diventate un’unità, sì, una cosa sola con Lui, e così una cosa sola tra di voi. In un primo momento questo può sembrare assai teorico e poco realistico. Ma quanto più vivrete la vita da battezzati, tanto più potrete sperimentare la verità di questa parola. Le persone battezzate e credenti non sono mai veramente estranee l’una per l’altra. Possono separarci continenti, culture, strutture sociali o anche distanze storiche. Ma quando ci incontriamo, ci conosciamo in base allo stesso Signore, alla stessa fede, alla stessa speranza, allo stesso amore, che ci formano. Allora sperimentiamo che il fondamento delle nostre vite è lo stesso. Sperimentiamo che nel più profondo del nostro intimo siamo ancorati alla stessa identità, a partire dalla quale tutte le diversità esteriori, per quanto grandi possano anche essere, risultano secondarie. I credenti non sono mai totalmente estranei l’uno all’altro. Siamo in comunione a causa della nostra identità più profonda: Cristo in noi. Così la fede è una forza di pace e di riconciliazione nel mondo: è superata la lontananza, nel Signore siamo diventati vicini (cfr Ef 2, 13). 

Questa intima natura del Battesimo come dono di una nuova identità viene rappresentata dalla Chiesa nel Sacramento mediante elementi sensibili. L’elemento fondamentale del Battesimo è l’acqua; accanto ad essa c’è in secondo luogo la luce che, nella Liturgia della Veglia Pasquale, emerge con grande efficacia. Gettiamo solo uno sguardo su questi due elementi. Nel capitolo conclusivo della Lettera agli Ebrei si trova un’affermazione su Cristo, nella quale l’acqua non compare direttamente, ma che, per il suo collegamento con l’Antico Testamento, lascia tuttavia trasparire il mistero dell’acqua e il suo significato simbolico. Là si legge: “Il Dio della pace ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore in virtù del sangue di un’alleanza eterna” (cfr 13, 20). In questa frase echeggia una parola del Libro di Isaia, nella quale Mosè viene qualificato come il pastore che il Signore ha fatto uscire dall’acqua, dal mare (cfr 63, 11). Gesù appare come il nuovo Pastore, quello definitivo che porta a compimento ciò che Mosè aveva fatto: Egli ci conduce fuori dalle acque mortifere del mare, fuori dalle acque della morte. Possiamo in questo contesto ricordarci che Mosè dalla madre era stato messo in un cestello e deposto nel Nilo. Poi, per la provvidenza di Dio, era stato tirato fuori dall’acqua, portato dalla morte alla vita, e così -salvato egli stesso dalle acque della morte -poteva condurre gli altri facendoli passare attraverso il mare della morte. Gesù è per noi disceso nelle acque oscure della morte. Ma in virtù del suo sangue, ci dice la Lettera agli Ebrei, è stato fatto tornare dalla morte: il suo amore si è unito a quello del Padre e così dalla profondità della morte Egli ha potuto salire alla vita. Ora eleva noi dalla morte alla vita vera. Sì, è ciò che avviene nel Battesimo: Egli ci tira su verso di sé, ci attira dentro la vera vita. Ci conduce attraverso il mare spesso così oscuro della storia, nelle cui confusioni e pericoli non di rado siamo minacciati di sprofondare. Nel Battesimo ci prende come per mano, ci conduce sulla via che passa attraverso il Mar Rosso di questo tempo e ci introduce nella vita duratura, in quella vera e giusta. Teniamo stretta la sua mano! Qualunque cosa succeda o ci venga incontro, non abbandoniamo la sua mano! Camminiamo allora sulla via che conduce alla vita. 

In secondo luogo c’è il simbolo della luce e del fuoco. Gregorio di Tours racconta di un’usanza che qua e là si è conservata a lungo, di prendere per la celebrazione della Veglia Pasquale il fuoco nuovo per mezzo di un cristallo direttamente dal sole: si riceveva, per così dire, luce e fuoco nuovamente dal cielo per accendere poi da essi tutte le luci e i fuochi dell’anno. È questo un simbolo di ciò che celebriamo nella Veglia Pasquale. Con la radicalità del suo amore, nel quale il cuore di Dio e il cuore dell’uomo si sono toccati, Gesù Cristo ha veramente preso la luce dal cielo e l’ha portata sulla terra -la luce della verità e il fuoco dell’amore che trasforma l’essere dell’uomo. Egli ha portato la luce, ed ora sappiamo chi è Dio e come è Dio. Così sappiamo anche come stanno le cose riguardo all’uomo; che cosa siamo noi e per che scopo esistiamo. Venir battezzati significa che il fuoco di questa luce viene calato giù nel nostro intimo. Per questo, nella Chiesa antica il Battesimo veniva chiamato anche il Sacramento dell’illuminazione: la luce di Dio entra in noi; così diventiamo noi stessi figli della luce. Questa luce della verità che ci indica la via, non vogliamo lasciare che si spenga. Vogliamo proteggerla contro tutte le potenze che intendono estinguerla per rigettarci nel buio su Dio e su noi stessi. Il buio, di tanto in tanto, può sembrare comodo. Posso nascondermi e passare la mia vita dormendo. Noi però non siamo chiamati alle tenebre, ma alla luce. Nelle promesse battesimali accendiamo, per così dire, nuovamente anno dopo anno questa luce: sì, credo che il mondo e la mia vita non provengono dal caso, ma dalla Ragione eterna e dall’Amore eterno, sono creati dal Dio onnipotente. Sì, credo che in Gesù Cristo, nella sua incarnazione, nella sua croce e risurrezione si è manifestato il Volto di Dio; che in Lui Dio è presente in mezzo a noi, ci unisce e ci conduce verso la nostra meta, verso l’Amore eterno. Sì, credo che lo Spirito Santo ci dona la Parola di verità ed illumina il nostro cuore; credo che nella comunione della Chiesa diventiamo tutti un solo Corpo col Signore e così andiamo incontro alla risurrezione e alla vita eterna. Il Signore ci ha donato la luce della verità. Questa luce è insieme anche fuoco, forza da parte di Dio, una forza che non distrugge, ma vuole trasformare i nostri cuori, affinché noi diventiamo veramente uomini di Dio e affinché la sua pace diventi operante in questo mondo.

 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:03. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com