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Liturgia - Preghiera - Adorazione - musica sacra

Ultimo Aggiornamento: 04/08/2013 10:35
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20/03/2013 19:58

UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE 
DEL SOMMO PONTEFICE

      

Insegnamenti sulla liturgia del Santo Padre (emerito) Benedetto XVI


Liturgia – Preghiera – Adorazione

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(Benedetto XVI)

 

 

Benedetto XVI, Incontro con i sacerdoti della diocesi di Albano, Castel Gandolfo, 31 agosto 2006

Quanto alla vita interiore, alla quale Lei ha accennato, direi che è essenziale per il nostro servizio di sacerdoti. Il tempo che ci riserviamo per la preghiera non è un tempo sottratto alla nostra responsabilità pastorale, ma è proprio «lavoro» pastorale, è pregare anche per gli altri. Nel «Comune dei Pastori» si legge come caratterizzante per il Pastore buono che «multum oravit pro fratribus». Questo è proprio del Pastore, che sia uomo di preghiera, che stia dinanzi al Signore pregando per gli altri, sostituendo anche gli altri, che forse non sanno pregare, non vogliono pregare, non trovano il tempo per pregare. Come si evidenzia così che questo dialogo con Dio è opera pastorale! 

Direi, quindi, che la Chiesa ci dà, quasi ci impone - ma sempre come una Madre buona - di avere tempo libero per Dio, con le due pratiche che fanno parte dei nostri doveri: celebrare la Santa Messa e recitare il Breviario. Ma più che recitare, realizzarlo come ascolto della Parola che il Signore ci offre nella Liturgia delle Ore. Occorre interiorizzare questa Parola, essere attenti a che cosa il Signore mi dice con questa Parola, ascoltare poi il commento dei Padri della Chiesa o anche del Concilio, nella seconda Lettura dell'Ufficio delle Letture, e pregare con questa grande invocazione che sono i Salmi, con i quali siamo inseriti nella preghiera di tutti i tempi. Prega con noi - e noi preghiamo con esso - il popolo dell'antica Alleanza. Preghiamo con il Signore, che è il vero soggetto dei Salmi. Preghiamo con la Chiesa di tutti i tempi. Direi che questo tempo dedicato alla Liturgia delle Ore è tempo prezioso. La Chiesa ci dona questa libertà, questo spazio libero di vita con Dio, che è anche vita per gli altri. 

E così mi sembra importante vedere che queste due realtà - la Santa Messa celebrata realmente in colloquio con Dio e la Liturgia delle Ore - sono zone di libertà, di vita interiore, che la Chiesa ci dona e che sono una ricchezza per noi. In esse, come ho detto, incontriamo non solo la Chiesa di tutti i tempi, ma il Signore stesso, che parla con noi e aspetta la nostra risposta. Impariamo così a pregare inserendoci nella preghiera di tutti i tempi e incontriamo anche il popolo. Pensiamo ai Salmi, alle parole dei Profeti, alle parole del Signore e degli Apostoli, pensiamo ai commenti dei Padri. Oggi abbiamo avuto questo meraviglioso commento di san Colombano su Cristo fonte di «acqua viva» alla quale beviamo. Pregando incontriamo anche le sofferenze del popolo di Dio, oggi. Queste preghiere ci fanno pensare alla vita di ogni giorno e ci guidano all'incontro con la gente di oggi.
Ci illuminano in questo incontro, perché in esso non portiamo soltanto la nostra propria, piccola intelligenza, il nostro amore di Dio, ma impariamo, attraverso questa Parola di Dio, anche a portare Dio a loro. Questo essi aspettano: che portiamo loro l'«acqua viva», della quale parla oggi san Colombano. La gente ha sete. E cerca di rispondere a questa sete con diversi divertimenti.

Ma comprende bene che questi divertimenti non sono l'«acqua viva» della quale ha bisogno. Il Signore è la fonte dell'«acqua viva». Egli però dice, nel capitolo 7 di Giovanni, che chiunque crede diventa una «fonte», perché ha bevuto da Cristo. E questa «acqua viva» (v 38) diventa in noi acqua zampillante, fonte per gli altri. Così cerchiamo di berla nella preghiera, nella celebrazione della Santa Messa, nella lettura: cerchiamo di bere da questa fonte perché diventi fonte in noi. E possiamo meglio rispondere alla sete della gente di oggi avendo in noi l'«acqua viva», avendo la realtà divina, la realtà del Signore Gesù incarnatosi. Così possiamo rispondere meglio ai bisogni della nostra gente.








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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