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"La fede, la scienza, il male". La lettera di Benedetto XVI al matematico Odifreddi



“La fede, la scienza, il male”. Gli argomenti di una lunga lettera del Papa emerito Benedetto XVI - pubblicata oggi parzialmente sul quotidiano La Repubblica - inviata allo scrittore e matematico Piergiorgio Odifreddi, con accanto un suo commento. Ce ne parla Roberta Gisotti:RealAudioMP3

Tutto è iniziato dal libro di Odifreddi “Caro Papa ti scrivo” edito da Mondadori nel 2011, ispirato dalla lettura del saggio di Joseph Ratzinger “Introduzione al Cristianesimo”.

E, la risposta di Benedetto XVI è arrivata per posta a casa del matematico il 3 settembre scorso. In una busta sigillata, 11 pagine protocollo, datate 30 agosto dal Papa emerito, che ringrazia per il confronto “leale” e premette di avere un giudizio piuttosto contrastante sul libro di Odifreddi, letto – scrive - in alcune parti con godimento e profitto”, ma pure meravigliato in altre parti “di una certa aggressività e dell’avventatezza dell’argomentazione”.

E’ d’accordo Benedetto XVI con Odifreddi che la matematica sia la sola ‘scienza’ nel senso più stretto della parola, ma chiede al matematico di riconoscere che la teologia ha prodotto risultati notevoli “nell’ambito storico e in quello del pensiero filosofico”, sottolineando che funzione importante della teologia “è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione”, tenuto conto che “esistono patologie della religione e - non meno pericolose – patologie della ragione”.

Puntualizza poi il Papa emerito che “se non è lecito tacere sul male della Chiesa non si deve però tacere neppure della grande scia luminosa di bontà e di purezza, che la fede cristiana ha tracciato lungo i secoli.” Ed “ è vero anche che oggi la fede spinge molte persone all’amore disinteressato, al servizio per gli altri, alla sincerità e alla giustizia”. Ma lo scontro intellettuale tra Ratzinger e Odifreddi si consuma su altro. “Cio che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del suo rango scientifico”, scrive il Papa emerito al matematico. C’è poi il tema dell’abuso di minorenni da parte di sacerdoti, di cui “posso prenderne atto solo con profonda costernazione”, afferma Ratzinger, rivendicando: “mai ha cercato di mascherare queste cose”.

E, “che il potere del male penetri fino al tal punto nel mondo interiore della fede”, non dovrebbe in ogni caso portare “a presentare ostentatamente questa deviazione come se si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo”, sebbene non sia “motivo conforto” sapere che “la percentuale dei sacerdoti rei di questi crimini non è più alta di quella presente in altre categorie professionali assimilabili.” Riconosce infine Benedetto XVI che la sua critica al libro di Odifreddi “in parte è dura”, “ma del dialogo fa parte la franchezza”, perché conclude “solo cosi può crescere la conoscenza”.




Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/09/24/la_fede,_la_scienza,_il_male._la_lettera_di_benedetto_xvi_al/it1-731196
del sito Radio Vaticana 


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riportiamo da altro:

La corrispondenza avviata da Ratzinger si riferisce a quanto “il matematico impertinente” ha scritto in un libro intitolato “Caro Papa ti scrivo” edito da Mondadori nel 2011, e nel quale Odifreddi s’ispirò alla lettura del saggio di Joseph Ratzinger “Introduzione al Cristianesimo”.

Come riporta Radio Vaticana, la lettera di Papa Ratzinger è stata inviata prima a Odifreddi il 3 settembre scorso ed è stata poi pubblicata oggi parzialmente da Repubblica.

“Illustrissimo Signor Professore, la mia critica al suo libro in parte è dura. Ma del dialogo fa parte la franchezza. Solo così può crescere la conoscenza. Lei è stato molto franco e così accetterà che anch’io lo sia. In ogni caso, però, valuto molto positivamente il fatto che lei, attraverso il suo confrontarsi con la mia Introduzione al cristianesimo, abbia cercato un dialogo così aperto con la fede della Chiesa cattolica e che, nonostante tutti i contrasti, nell’ambito centrale, non manchino del tutto le convergenze. Con cordiali saluti e ogni buon auspicio per il suo lavoro”.

In merito ai concetti affrontati nella lettera, Benedetto XVI concorda con Odifreddi sul fatto che la matematica sia la sola scienza nel senso più stretto della parola.
Tuttavia il Papa emerito chiede al matematico di riconoscere che la teologia ha prodotto risultati notevoli “nell’ambito storico e in quello del pensiero filosofico”.
In tal senso, la teologia assume una funzione importante che “mantiene la religione legata alla ragione e la ragione alla religione”, tenuto conto che “esistono patologie della religione e – non meno pericolose – patologie della ragione”.
“Se non è lecito tacere sul male della Chiesa non si deve però tacere neppure della grande scia luminosa di bontà e di purezza, che la fede cristiana ha tracciato lungo i secoli. E’ vero anche che oggi la fede spinge molte persone all’amore disinteressato, al servizio per gli altri, alla sincerità e alla giustizia”.

Tuttavia tra i punti più discussi tra i due pensatori c’è quello della figura di Gesù: “Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del suo rango scientifico.Lei pone la questione come se di Gesù, in fondo, non si sapesse niente e di Lui, come figura storica, nulla fosse accertabile, allora posso soltanto invitarLa in modo deciso a rendersi un po’ più competente da un punto di vista storico”, scrive il Papa emerito.
Altro tema, quello di Dio: “Se Lei, però, vuole sostituire Dio con La Natura, resta la domanda, chi o che cosa sia questa natura. In nessun luogo Lei la definisce e appare quindi come una divinità irrazionale che non spiega nulla. Vorrei, però, soprattutto far ancora notare che nella Sua religione della matematica tre temi fondamentali dell’esistenza umana restano non considerati: la libertà, l’amore e il male. Mi meraviglio che Lei con un solo cenno liquidi la libertà che pur è stata ed è il valore portante dell’epoca moderna”.

Ma Papa Benedetto XVI affronta anche questioni delicate e tragiche come l’abuso di minorenni da parte di sacerdoti: “Posso prenderne atto solo con profonda costernazione” sottolinea Ratzinger che tiene ad evidenziare che non ha “mai ha cercato di mascherare queste cose”.
In base a ciò Ratzinger spiega che se “il potere del male penetra fino al tal punto nel mondo interiore della fede”, non dovrebbe in ogni caso portare “a presentare ostentatamente questa deviazione come se si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo”.
Sebbene, scrive il papa emerito questo non sia “motivo conforto” sapere che “la percentuale dei sacerdoti rei di questi crimini non è più alta di quella presente in altre categorie professionali assimilabili”. 


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e dal Sussidiario.it

Il Papa emerito Joseph Ratzinger ha inviato una lunga lettera al matematico e saggista italiano Piergiorgio Odifreddi. Undici pagine in cui Benedetto XVI commenta e smentisce gran parte delle tesi sostenute da Odifreddi nel suo libro “Caro Papa ti scrivo” che tra l’altro gli ha fatto recapitare nel 2011: “Mi era stato detto dapprima che l'aveva ricevuto e poi che lo stava leggendo – ha commentato di recente l'autore -. Ma che potesse rispondermi, e addirittura commentarlo in profondità, era al di là delle ragionevoli speranze”.

Dopo aver ringraziato il suo interlocutore “per aver cercato fin nel dettaglio di confrontarsi con il mio libro e così con la mia fede”, Ratzinger afferma chiaramente che il suo giudizio riguardo il libro è “in se stesso piuttosto contrastante”: “Ne ho letto alcune parti con godimento e profitto.
In altre parti, invece, mi sono meravigliato di una certa aggressività e dell'avventatezza dell'argomentazione”, scrive Benedetto XVI. In particolare, si legge ancora nella missiva pubblicata oggi da La Repubblica, più volte Odifreddi avrebbe fatto notare al Papa emerito “che la teologia sarebbe fantascienza". A tale riguardo, "mi meraviglio che Lei, tuttavia, ritenga il mio libro degno di una discussione così dettagliata. Mi permetta di proporre in merito a tale questione quattro punti”.

Nel primo, Benedetto scrive che è corretto affermare che "scienza" nel senso più stretto della parola lo è solo la matematica, “mentre ho imparato da Lei che anche qui occorrerebbe distinguere ancora tra l'aritmetica e la geometria. In tutte le materie specifiche la scientificità ha ogni volta la propria forma, secondo la particolarità del suo oggetto. L'essenziale è che applichi un metodo verificabile, escluda l'arbitrio e garantisca la razionalità nelle rispettive diverse modalità”.

Nel secondo punto, invece, Odifreddi “dovrebbe per lo meno riconoscere che, nell'ambito storico e in quello del pensiero filosofico, la teologia ha prodotto risultati durevoli”, mentre nel terzo Ratzinger spiega che “una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione. Ambedue le funzioni sono di essenziale importanza per l'umanità. Nel mio dialogo con Habermas ho mostrato che esistono patologie della religione e, non meno pericolose, patologie della ragione. Entrambe hanno bisogno l'una dell'altra, e tenerle continuamente connesse è un importante compito della teologia”.

Infine “la fantascienza esiste, d'altronde, nell'ambito di molte scienze. Ciò che Lei espone sulle teorie circa l'inizio e la fine del mondo in Heisenberg, Schrödinger ecc., lo designerei come fantascienza nel senso buono: sono visioni ed anticipazioni, per giungere ad una vera conoscenza, ma sono, appunto, soltanto immaginazioni con cui cerchiamo di avvicinarci alla realtà”.

Il Papa emerito sceglie poi di affrontare il capitolo “sul sacerdote e sulla morale cattolica, e ancora diversamente nei capitoli su Gesù. Quanto a ciò che Lei dice dell'abuso morale di minorenni da parte di sacerdoti – dice Benedetto XVI rivolto a Odifreddi -, posso prenderne atto solo con profonda costernazione. Mai ho cercato di mascherare queste cose. Che il potere del male penetri fino a tal punto nel mondo interiore della fede è per noi una sofferenza che, da una parte, dobbiamo sopportare, mentre, dall'altra, dobbiamo al tempo stesso, fare tutto il possibile affinché casi del genere non si ripetano”.
Inoltre “non è neppure motivo di conforto sapere che, secondo le ricerche dei sociologi, la percentuale dei sacerdoti rei di questi crimini non è più alta di quella presente in altre categorie professionali assimilabili. In ogni caso, non si dovrebbe presentare ostentatamente questa deviazione come se si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo”. Se non è lecito tacere sul male nella Chiesa, prosegue Ratzinger, “non si deve però, tacere neppure della grande scia luminosa di bontà e di purezza, che la fede cristiana ha tracciato lungo i secoli. Bisogna ricordare le figure grandi e pure che la fede ha prodotto - da Benedetto di Norcia e sua sorella Scolastica, a Francesco e Chiara d'Assisi, a Teresa d'Avila e Giovanni della Croce, ai grandi Santi della carità come Vincenzo dè Paoli e Camillo de Lellis fino a Madre Teresa di Calcutta e alle grandi e nobili figure della Torino dell'Ottocento. È vero anche oggi che la fede spinge molte persone all'amore disinteressato, al servizio per gli altri, alla sincerità e alla giustizia”.




[Modificato da Caterina63 24/09/2013 15:00]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)