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  sabato 14 dicembre 2013

Card. Schoenborn: Nel discorso di Benedetto XVI a Friburgo, del settembre 2011, c'e' il programma di Papa Francesco, con l'appello alla Chiesa al distacco dal mondo (Izzo)

 
Papa: Schoenborn, suo programma è in discorso Benedetto a Friburgo

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 11 dic. 


"Nel discorso di Benedetto XVI a Friburgo, del settembre 2011, c'e' il programma di Papa Francesco, con l'appello alla Chiesa al distacco dal mondo". 

Lo ha affermato il cardinale di Vienna, Christopher Schoenborn, intervenendo alla presentazione del libro "L'ultima parola" della vaticanista Giovanna Chirri. 

"Tutto cio' che Benedetto ha detto a Friburgo si legge come il programma di Papa Francesco. Pochi pensatori hanno dato come Benedetto indicazioni su come comportarsi in un mondo secolarizzato, vivendo in una diaspora simile a quella degli ebrei, che non deve farci paura", ha sottolineato il porporato domenicano che - nel salone dell'Opera Romana Pellegrinaggi - ha anche fatto un test tra i presenti, ai quali ha chiesto di chi fossero le parole "sulla tendenza contraria al Vangelo di una Chiesa soddisfatta di se', che si e' accomodata nella sua istituzionalizzazione, ignorando la chiamata a essere aperta a Dio e al prossimo". "Sono parole di Benedetto, tanto criticato, ma tutti ora le attribuiremmo a Francesco, l'uomo dell'anno", ha sottolineato Schoenborn, per il quale "tra Benedetto e Francesco  c'e' una semplicita' davvero cristiana. Si puo' dire un'amicizia".

 "Dopo le dimissioni - ha raccontato il cardinale Schoenborn - ho incontrato Benedetto una sola volta, il primo settembre scorso, alla messa che ha celebrato per i suoi ex allievi, al cui raduno per la prima volta in 33 anni non ha partecipato. "Ma resta un caso unico - ha aggiunto - quello di un professore che fa ogni anno un incontro con gli studenti". "Quel giorno - ha confidato Schoenborn ai giornalisti - ho vissuto l'esperienza singolare di incontrare uno dopo l'altro due Papi. Benedetto l'ho trovato sereno, e ha pronunciato a braccio un'omelia pronta per stampare".
 Accanto ai ricordi dolci, pero,' il cardinale Schoenborn ha rievocato anche i momenti difficili del Pontificato ratzingeriano, lanciando questa sera anche una critica molto dura al cardinale Tarcisio Bertone, ex segretario di Stato, in merito al caso Williamson, cioe' alla revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani decisa ignorando le criminali dichiarazioni negazioniste di uno di loro. 

"La comunicazione interna alla S. Sede - ha accusato Schoenborn - era disastrosa, e il Papa ne ha tirato una conclusione tremenda nella lettera a tutto l'episcopato, che resta un capolavoro. Ma io mi chiedo - ha scandito - perche' nessuno ha preso sulle sue spalle il disastro avvenuto. Dal responsabile diretto di quel dossier fino al segretario di Stato, qualcuno doveva prendere quella responsabilita' che certo non era di Benedetto XVI. E lui si e' indirizzato a tutti i vescovi del mondo. E questa comunicazione dice molto su Joseph Ratzinger, per lui non c'e' per niente strategia. Conta la verita' che porta la luce della chiarezza e che sa imporsi da se stessa. Da questo possiamo tutti imparare, cardinali e giornalisti".
 Schoenborn si e' chiesto anche il perche' di "tanta incomprensione in Germania: avevano scritto - ha ricordato - 'noi siamo Papa', ma poco dopo si sono vergognati di lui". E in proposito ha rivelato che "nel Conclave del 2005, mai ha avuto un ruolo la questione che Ratzinger fosse tedesco: questo fatto - ha detto - non e' entrato in nessun modo nella discussione alla mia conoscenza".

 "Nel seminario a Frisinga dove ha studiato, nella biblioteca non c'e' nessun libro di Ratzinger. Nella biblioteca del duomo dove e' stato ordinato nemmeno. E' doloroso. Questo e' frutto di  ignoranza: c'e' la superbia di non vedere la grandezza di Ratzinger, tuttavia - ha sottolineato - fa parte del suo cammino e della sua grandezza il fatto che mai se ne e' amareggiato". "Ma - ha osservato il cardinale di Vienna ricordando il titolo del bel libro di Giovanna Chirri - non e' detta ancora 'l'ultima parola".

E la testimonianza di un uomo di tale intelligenza, un gigante, che non per caso che ha conquistato Gran Bretagna, Stati Uniti, Africa e libano, questa umilta' alleata con un'intelligenza grandissima non puo' rimanere ignota. Nel '900, anche se Balthasar e' autore di un'opera gigantesca, solo lui ha la qualita' di un maestro che dura per sempre. Solo Ratzinger ha la statura di un classico che potra' rimanere come Agostino e Anselmo". 


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)