00 21/03/2013 13:42

Benedetto XVI, Luce del mondo, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010, p. 153.

“La liturgia non deve essere l’autorappresentazione della comunità –quando si dice che è importante che ognuno vi vetta dentro se stesso- e poi alla fine resta importante solo l’io stesso. Si tratta invece del fatto che noi entriamo in qualcosa di molto più grande; che in un certo qual modo usciamo da noi stessi per prendere il largo. Per questo è tanto importante che la liturgia non sia in qualche modo una nostra creazione.

La liturgia è in verità un processo attraverso il quale ci si lascia guidare nella grande fede e nella grande preghiera della Chiesa. Per questo motivo i primi cristiani pregavano rivolti ad Oriente, verso il sole che sorge come simbolo di Cristo risorto. Mostravano così che tutto il mondo va verso Cristo e che Egli lo abbraccia.

Questo rapporto con il cielo e con la terra è molto importante. Non a caso le prime chiese erano costruite in modo che il sole irradiasse la sua luce nella casa di Dio in un determinato momento. Proprio oggi che riscopriamo il significato degli effetti reciproci tra terra e cosmo, bisognerebbe anche riscoprire il carattere cosmico della liturgia, tanto quanto quello storico. È importante il fatto che questo carattere non sia stato semplicemente inventato da qualcuno e chissà quando, ma si sia invece sviluppato organicamente a partire da Abramo. Elementi del periodo antico sono presente nella liturgia.

 

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Benedetto XVI, Luce del mondo, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010, p. 153.

“La liturgia non deve essere l’autorappresentazione della comunità –quando si dice che è importante che ognuno si metta dentro se stesso- e poi alla fine resta importante solo l’io stesso. Si tratta invece del fatto che noi entriamo in qualcosa di molto più grande; che in un certo qual modo usciamo da noi stessi per prendere il largo. Per questo è tanto importante che la liturgia non sia in qualche modo una nostra creazione.

La liturgia è in verità un processo attraverso il quale ci si lascia guidare nella grande fede e nella grande preghiera della Chiesa. Per questo motivo i primi cristiani pregavano rivolti ad Oriente, verso il sole che sorge come simbolo di Cristo risorto. Mostravano così che tutto il mondo va verso Cristo e che Egli lo abbraccia.

Questo rapporto con il cielo e con la terra è molto importante. Non a caso le prime chiese erano costruite in modo che il sole irradiasse la sua luce nella casa di Dio in un determinato momento. Proprio oggi che riscopriamo il significato degli effetti reciproci tra terra e cosmo, bisognerebbe anche riscoprire il carattere cosmico della liturgia, tanto quanto quello storico. È importante il fatto che questo carattere non sia stato semplicemente inventato da qualcuno e chissà quando, ma si sia invece sviluppato organicamente a partire da Abramo. Elementi del periodo antico sono presenti nella liturgia.

 

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)