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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE
  

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Liturgia – Partecipazione attiva

 

Benedetto XVI, Discorso ai vescovi della Conferenza Episcopale del Canada-Québec in visita “ad Limina Apostolorum”, 11 maggio 2006

Tuttavia, la diminuzione del numero dei sacerdoti, che rende a volte impossibile la celebrazione della Messa domenicale in alcuni luoghi, chiama in causa in modo preoccupante il posto della sacramentalità nella vita della Chiesa. Le necessità dell'organizzazione pastorale non devono compromettere l'autenticità dell'ecclesiologia che vi si esprime. Il ruolo centrale del sacerdote che, in persona Christi capitis, insegna, santifica e governa la comunità, non deve essere sminuito. Il sacerdozio ministeriale è indispensabile per l'esistenza di una comunità ecclesiale. L'importanza del ruolo dei laici, che ringrazio per la loro generosità al servizio delle comunità cristiane, non deve mai occultare il ministero assolutamente insostituibile dei sacerdoti per la vita della Chiesa. Il ministero del sacerdote non può essere pertanto affidato ad altre persone senza nuocere di fatto all'autenticità dell'essere stesso della Chiesa. Inoltre come potrebbero i giovani avere il desiderio di diventare sacerdoti se il ruolo del ministero ordinato non è chiaramente definito e riconosciuto?.

 

Benedetto XVI, Discorso nell'incontro con i Vescovi della Svizzera, Sala Bologna, 7 novembre 2006

(...) E ora qualche osservazione sul “Culto divino”. L'Anno Eucaristico, a questo riguardo, ci ha donato molto. Posso dire che l'Esortazione postsinodale è a buon punto. Sarà sicuramente un grande arricchimento. Inoltre abbiamo avuto il documento della Congregazione per il Culto divino circa la giusta celebrazione dell'Eucaristia, cosa molto importante.  

Io credo che a seguito di tutto ciò man mano diventi chiaro che la Liturgia non è un'“auto-manifestazione” della comunità la quale, come si dice, in essa entra in scena, ma è invece l'uscire della comunità dal semplice “essere-se-stessi” e l'accedere al grande banchetto dei poveri, l'entrare nella grande comunità vivente, nella quale Dio stesso ci nutre. Questo carattere universale della Liturgia deve entrare nuovamente nella consapevolezza di tutti.  

Nell'Eucaristia riceviamo una cosa che noi non possiamo fare, ma entriamo invece in qualcosa di più grande che diventa nostro, proprio quando ci consegniamo a questa cosa più grande cercando di celebrare la Liturgia veramente come Liturgia della Chiesa. È poi connesso con ciò anche il famoso problema dell'omelia. Dal punto di vista puramente funzionale posso capirlo molto bene: forse il parroco è stanco o ha predicato già ripetutamente o è anziano e i suoi incarichi superano le sue forze. Se allora c'è un assistente per la pastorale che è molto capace nell'interpretare la Parola di Dio in modo convincente, vien spontaneo dire: perché non dovrebbe parlare l'assistente per la pastorale; lui riesce meglio, e così la gente ne trae maggior profitto. Ma questo, appunto, è la visione puramente funzionale. Bisogna invece tener conto del fatto che l'omelia non è un'interruzione della Liturgia per una parte discorsiva, ma che essa appartiene all'evento sacramentale, portando la Parola di Dio nel presente di questa comunità. È il momento, in cui veramente questa comunità come soggetto vuole essere chiamata in causa per essere portata all'ascolto e all'accoglimento della Parola. Ciò significa che l'omelia stessa fa parte del mistero, della celebrazione del mistero, e quindi non può semplicemente essere slegata da esso. Soprattutto, però, ritengo anche importante che il sacerdote non sia ridotto al Sacramento e alla giurisdizione -nella convinzione che tutti gli altri compiti potrebbero essere assunti anche da altri -ma che si conservi l'integrità del suo incarico.  

Il sacerdozio è una cosa anche bella soltanto se c'è da compiere una missione che è un tutt'uno, dal quale non si può tagliare qua e là qualcosa. E a questa missione appartiene già da sempre -anche nel culto antico-testamentario -il dovere del sacerdote di collegare col sacrificio la Parola che è parte integrante dell'insieme. Dal punto di vista puramente pratico dobbiamo poi certamente provvedere a fornire i sacerdoti degli aiuti necessari perché possano svolgere in modo giusto anche il ministero della Parola. In linea di massima, questa unità interiore sia dell'essenza della Celebrazione eucaristica, sia dell'essenza del ministero sacerdotale, è molto importante.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)