A Natale cenava qui da noi Ratzinger

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Caterina63
00giovedì 11 giugno 2015 21:52

 





A Natale cenava qui da noi Ratzinger (*)


«Fino a tre anni fa, il cardinale Ratzinger mangiava qui da noi anche nei giorni delle feste di Natale. Questo è il terzo presepe senza la sua dolce presenza tra i nostri tavoli».


La voce di Roberto Fulvinari, abruzzese, classe 1934, è velata di nostalgia.


Certo, in queste sere il suo ristorante in Borgo Pio, “Al Passetto di Borgo”, è tutto un brindisi, di fedeli italiani e stranieri. Ma lui non si rassegna.


«Sono un po’ testone come mio padre Antonio, un po’ sognatore come mia madre Elvira: facevano i contadini a Capitignano, in provincia dell’Aquila. Prima di passare dalla stalla dei buoi, la mattina, andavano sempre a messa: senza l’aiuto del cielo, dicevano a me e a mia sorella Margherita, non c’è l’allegria nel cuore dell’uomo. E a me, l’aiuto dall’alto, per 25 anni, l’ha dato proprio Ratzinger: prima da vescovo poi da cardinale. Mio cliente fisso di questo locale che avevo preso nel 1962, dopo un tirocinio in una rosticceria durante le Olimpiadi del ‘60».


Anche i giornali stranieri scrivono che il suo è stato davvero il ristorante di Benedetto XVI.


«È la verità, e lo dichiaro a testa alta. Io e mia moglie Augusta ci siamo conosciuti da piccoli a Capitignano. Là ci siamo sposati, e abbiamo sfidato il mondo intero per aprire questo locale a due passi dal Vaticano. Un giorno cucineremo per vescovi e cardinali, ci siamo giurati, e così è stato».


Ma com’è capitato qui il vescovo Ratzinger?


«Per caso, come oggi il cardinale Martins o ieri quello di Boston che stava in carrozzella. I primi tempi veniva con sua sorella Maria, che era più anziana di lui. Con loro c’era sempre il vescovo Mayer e la rispettiva sorella. Mangiavano, e poi chiacchieravano a lungo in tedesco».


Qual era il menu preferito del futuro Papa?


«Spaghetti alla Carbonara, due fettine di vitella, un carciofo alla romana, e un po’ di crostata di marmellata fatta da mia moglie».


Non ha mai scattato una foto a Ratzinger?


«Ho due figli, Antonello, che oramai sta prendendo le redini del locale, e Giulia, che ha una profumeria. Lui è un testone come me: non dobbiamo farci pubblicità con le foto dei clienti, diceva sempre, e oggi gli do ragione!» Ratzinger ha voluto davvero bene alla sua famiglia.


Anche a Billy...


«Già, Billy era un cagnolino bastardo, dal mantello nero e dal muso bianco e marrone, che ha vissuto con noi per 18 anni. Per rispetto ai clienti, lo tenevo fuori dal locale, ma Ratzinger andava a scovarlo, e se lo coccolava. Tre giorni prima del Conclave, il cardinale è passato di qui: “Come sta cagnolino Billy?”, mi chiese. Gli risposi che era morto, e lui ci rimase malissimo».


Tanti clienti vengono qui a spiare le sue ricette? 


«Soprattutto tedeschi. E vogliono mangiare proprio il menu “papale”, sedersi al suo tavolo preferito».


Da quando Ratzinger è diventato Papa, non l’ha più visto?


«Io no. Gli ho scritto un biglietto: Santità, complimenti, ma se vuole un piatto dei suoi preferiti, io glielo farò avere. Però ha ricevuto in udienza privata mia moglie, che soffre di discopatia alla colonna vertebrale. È strano, ma dopo quel colloquio sta meglio».


Come sarà qui al ristorante, il vostro Natale senza il “cliente” Ratzinger?


«Parleremo tutti di lui, del Papa dolce e buono. Ma al suo tavolo mi siederò io, con mia moglie e i miei tre nipoti». 


------


(*) fonte: "Il ciabattino del Papa e altre storie" di Paolo Mosca - 2009


 






Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:31.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com